Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Così cantava, come abbiamo ricordato nell’articolo precedente, Giorgio Gaberscick, conosciuto come Giorgio Gaber.
La canzone è del 2003. e il fatto che Giorgio Gaber l’avesse scritta ci dice come fossimo messi male già allora.
Prima eravamo messi veramente male… ora siamo messi peggio.
Così penso direbbe oggi Gaber se fosse vivo.
Io stesso non mi sentivo molto italiano allora, pensate adesso.
E come me credo tanta gente. Tanti di quelli lo potevano fare se ne sono andati dall’Italia e hanno scelto di vivere all’estero. Altri che vivevano già all’estero hanno abbandonato ogni idea di rientrare in Italia. E spesso scrivono ai giornali italiani il loro disagio di essere italiani all’estero.
Molto diverso dal disagio che provavano quelli emigrati dopo la seconda guerra mondiale. Allora i nostri poveri emigranti venivano, fuori dall’Italia, trattati in maniera razzista… se è per questo nella stessa maniera venivano trattati i meridionali che emigravano nel nostro settentrione.
Oggi i nostri nuovi emigranti lamentano di venire spesso derisi ogni volta che si parla di quello che succede in Italia. Sono gratificati di sorrisini ironici oppure apertamente criticati senza colpa.
… se arrivo all'impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
Mi piacerebbe molto di sapere i numeri di quelli che vent’anni fa non si sognavano di non sentirsi italiani e invece oggi…
Io non mi sento italiano…
ma… purtroppo lo sono.
Oggi c’è poco orgoglio nel sentirsi italiani. Da parte di quelli che sono avviliti da quello che fa il Potere in Italia e anche da parte di quelli che il Potere lo esercitano, ma sostengono di farlo in nome di una immaginaria Padania.
Il paese si è impoverito in tutti i sensi. Quelli che al nostro Paese rubano ci sono stati sempre, ma prima avevano il pudore di cercare di tenere nascoste le loro azioni e di vergognarsi o fare finta di vergognarsi, quando erano scoperti.
Oggi se le loro malefatte vengono fuori, la colpa non è di chi le ha commesse, ma dei giudici che le hanno scoperte e siccome le loro ruberie sono spesso connesse alla politica, gli sciagurati giudici che li hanno scoperti, sono accusati di fare politica. Ma se continua così i giudici che vogliono fare il loro dovere saranno presto resi impotenti.
E c‘è tanta gente che ruba in Italia. Quelli che evadono le tasse.
Siamo un paese di ladri, di ladri che rubano allo Stato, quindi ai poveri che si vedono ridurre i servizi forniti dallo Stato, ladri che in base alle nostre leggi non rischiano praticamente niente. Nascondono i loro guadagni, senza prendersi nemmeno il disturbo di nascondere i loro lussi. Male che gli vada, ma al 99 per cento di loro va bene, restituiranno qualcosa avvalendosi dei tanti condoni.
Negli Stati Uniti chi evade il fisco va in prigione. E l’evasione è bassissima. Visto che l’evasione in Italia è tanto diffusa e crea tanti danni, le stesse leggi americane ci vorrebbero qua da noi, ma nessuno lo ha mai proposto, nemmeno le nostre flebili opposizioni. Mica si può perdere di certo i voti di milioni di evasori, anche se poi quelli non ti votano lo stesso.
Le nostre città sono affamate e per fare cassa si inventano balzelli degni della peggiore dominazione spagnola nei secoli scorsi. Magari gli abitanti di quei comuni saranno al corrente delle trovate escogitate dai loro governanti per fare cassa, ma pensate ai viaggiatori magari italiani stessi… Come faccio a sapere, se sto mangiando un panino per le strade di Cesena, che se un gatto magro e affamato mi miagola dietro e io divido con lui la mortadella del mio panino debbo pagare 520 euro… oppure se vado con la mia donna a Eboli come faccio a sapere che se le do un bacio in macchina mi costa 500 euro… no, se andate a Eboli baciate solo le ragazze del posto. Loro dovrebbero essere informate dell’editto antibaci. E se a voi e ai vostri familiari pensate vi possa scappare la pipì, a mia moglie succede sempre, mentre siete a Venezia, assicuratevi di avere abbastanza soldi. A Venezia fare pipì costa 3 euro. A Trieste invece non portate mai il vostro amato bastardino e nemmeno un cane di razza, se lo avete. Per voi la sua pipì costa 300 euro. Venezia a confronto è a buon prezzo, anche se solo per quanto riguarda la pipì. A Gallarate se comprate di notte una birra bevetela sul posto. Portarla fino al vostro albergo può costarvi 300 euro e nessuna birra vale questo prezzo. E se portate il vostro cucciolo umano sulla spiaggia di Eraclea, state attenti che non abbia armi pericolose come secchiello e paletta, ogni buca vi costerà 300 euro. A Voghera, se di sera uscite in quattro amici per farvi due passi dopo le 23, se volete riposarvi, magari avete la mia età, non sedetevi tutti sulla stessa panchina, ma due in una panchina e due in un'altra.
Sappiamo tutti che dopo le 23 mai più di tre persone per panchina.
E una delle norme su cui si fonda la civiltà occidentale.
Mi può inorgoglire vivere in un paese che permette norme cosi bislacche e così esose? Io, il non potere baciare una ragazza in macchina o dare da mangiare a un povero gatto affamato, li sento come limitazioni della libertà.
Le violenze contro gli omosessuali si succedono e fanno notizia per lo spazio di un momento, ci sono i commenti indignati sui giornali, ma nessuno si chiede seriamente cosa è diventata questa Italia.
La violenza è in agguato, ovunque, dal traffico nelle città alle assemblee di condominio di un complesso a mare se, per caso, decidi di votare no alla trasformazione, illegale, di un campo da tennis in un campo di calcetto, mentre sei circondato da squadristi urlanti del partito del calcetto. E tuo figlio, che per tua fortuna è diverso, ma ha la loro età, ti avverte che se ti opponi, e il tuo voto è decisivo per raggiungere i due terzi, un rogo della tua macchina è altamente probabile.
Gli atteggiamenti aggressivi e mafiosi sono ormai regola nella nostra Italia. E i giovani che adesso hanno venti anni, e non ne hanno mai vista una diversa, pensano che sia normale.
E come può essere normale una società che insegna ai giovani che, piuttosto che studiare, è meglio cercare di avere un piccolo spazio in un programma televisivo volgare, grazie alle tue tette o ai tuoi muscoli con tatuaggi annessi.
Abbiamo onorevoli come Giorgio Stracquadanio che dicono che è legittimo usare il proprio corpo in politica.
A proposito spero non vi siate persi la visita di Stracquadanio al TG di Mentana. Ma, sicuramente, se non l’avete visto lo troverete su Youtube. Mentana, all’onorevole non lo chiamava onorevole, ma lo chiamava semplicemente Stracquadanio. E nella bocca di Mentana Stracquadanio non era più un cognome, ma, da come lo diceva, era un insulto. Una delle cose più divertenti che abbia mai visto in televisione.
Il giorno dopo ho detto:”Tu sei uno stracquadanio!” a un tizio che mi ha bloccato per mezz’ora con la sua macchina in doppia fila. E quello mi ha picchiato.
No, non posso sentirmi orgoglioso di vivere in un paese abitato da tanti stracquadanio. Se potessi, raggiungerei i miei amici che hanno scelto di vivere a Barcelona.
Ecco perché io non mi sento più italiano anche se per disgrazia mia lo sono.
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
P.S. Vorrei sapere dai miei pochi lettori se si sentono ancora italiani.
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