venerdì 16 luglio 2010

Ragionando sul ponte di Messina: una modesta proposta

Naturalmente stiamo parlando del ponte sullo stretto di Messina. E vorremmo ragionarci sopra, alla luce di qualcosa che nella nostra società è diventata una merce rara, il buonsenso. E ragionarci pure come persona informata sui fatti visto che sullo stretto io ci vivo. La prima cosa da fare è evitare di farci entrare la politica. Nessuno nega che soprattutto a destra stanno i sostenitori del ponte, ma non credo che questo abbia molta importanza.


Lo stretto di Messina, bella scoperta!, si attraversa in nave o in aliscafo. Dalla Calabria si parte da Reggio o, molto più spesso, da Villa San Giovanni. Messina ha tre scali, due in piena città e l’altro costruito di recente per liberare la città dal traffico dei mezzi pesanti a Tremestieri, all’inizio della autostrada Messina-Catania.
I tempi di percorrenza variano dai 30 ai 40 minuti per le navi e sono naturalmente più rapidi per gli aliscafi.
Lasciamo per il momento da parte i pendolari che attraversano senza autovettura al seguito e occupiamoci di chi lo stretto lo deve attraversare con una autovettura o un camion.
Sulla tratta Villa San Giovanni-Messina, di gran lunga la più frequentata, agiscono le navi della Caronte-Tourist, una società privata e quelle della Bluvia, di proprietà dello Stato. Ai tempi di percorrenza bisogna aggiungere i tempi di attesa. Le nostre televisioni in agosto ci mostrano camion e macchine in attesa sotto il sole per traghettare. Questo problema esiste, ma esiste solo per 4 o 5 giorni all’anno e non riguarda mai il passaggio nei due sensi. L’inconveniente quando si crea riguarda un solo senso di attraversamento, all’inizio di agosto per andare in Sicilia, alla fine di agosto per andare in Calabria. Quindi stiamo parlando di una brutta situazione che crea disagio, ma solo per 4 giorni all’anno, e tutti noi sappiamo che di giorni nell’anno ce ne stanno 365. Bastano quei 4 giorni a giustificare la costruzione di un ponte? Certo, come al solito quei 4 giorni fanno notizia e si meritano i titoli di testa nei TG e nella carta stampata. Tutte le volte che arrivando si trova la nave pronta per partire, le telecamere non ci sono ed è giusto che non ci siano.
Veniamo ora alla qualità del servizio.
La Caronte-Turist effettua in tempi di traffico normale 36 corse giornaliere e non mi sembrano poche.
La Bluvia è la cenerentola del traffico sullo stretto, effettua solo 18 corse, le sue navi sono solo di poco più recenti dello sbarco dei Mille a Marsala e richiedono conseguentemente alti costi di manutenzione. Se ci mettiamo poi che i turisti spesso ignorano la loro esistenza, le conseguenze sono che difficilmente viaggiamo a pieno carico. Naturalmente se tu sei a conoscenza dei loro orari, puoi essere sicuro di essere imbarcato sulla nave in partenza senza correre il pericolo di dover aspettare la nave successiva.
Alle difficoltà finanziarie della Bluvia, dovute anche al minor numero di biglietti venduti contribuisce anche la concorrenza che forse, ma non è detto, ricorre a mezzi non sempre leciti. Mi è successo tornando dal nord e uscendo a Villa San Giovanni per imbarcarmi di trovarmi davanti un figuro che diceva alle macchine che passavano che il traghetto delle Bluvia era bloccato da un guasto e quindi dovevano andare agli imbarcaderi privati.
Io faccio sempre il biglietto di andata e ritorno con Bluvia, sono un cittadino di questo Stato e se a questo Stato vanno i soldi che spendo io ne sono lieto. Quindi sono entrato nella corsia di Bluvia per controllare. Naturalmente i traghetti Bluvia non avevano nessun inconveniente e dopo 10 minuti ero già imbarcato. Ma quanti altri, non pratici della zona e col biglietto di andata e ritorno da fare, avranno preso la mia stessa strada?
Comunque non voglio per questo unico episodio colpevolizzare le società private, su centinaia di volte mi è successo una volta sola e quel tizio poteva essere un pazzo oppure uno male informato. Quello che è sicuro è che le compagnie private, come è loro diritto, pubblicizzano meglio la loro offerta e offrono il doppio delle corse.
Veniamo ora al traffico dei treni che si svolge solo su Bluvia. Qua i tempi di percorrenza di allungano notevolmente. Bisogna considerare la necessità di smembrare il treno e di imbarcarlo sul traghetto e una volta arrivati sbarcarlo e ricompattarlo. Quindi i tempi sono lunghi e potrebbero giustificare la costruzione del ponte. Ma intanto qualche miglioria le Ferrovie la potrebbero ottenere già da ora. Ogni treno dalla Sicilia o per la Sicilia, sosta dai 20 ai 40 minuti sui binari della stazione di Villa San Giovanni. Magari ci sarà una ragione, ma io non riesco ad immaginarmela, specie per i treni in arrivo dalla Sicilia; una volta sbarcati perché lasciarli fermi?
Quelli che non vogliono aspettare tanto e viaggiano leggeri spesso si imbarcano su un traghetto e prendono treni in partenza da Villa San Giovanni, magari un Eurostar, ma è chiaro che questo è possibile solo per quelli che abitano a Messina.
Non si potrebbero creare treni meno lunghi e fare costruire navi capaci di contenere l’intero treno senza smembrarlo, magari facendolo imbarcare subito?
E veniamo al vero problema dell’attraversamento dello stretto. I costi.
I costi delle due compagnie che operano da Villa San Giovanni a Messina sono più o meno simili.
Per le autovetture 30 euro per un biglietto valido 3 giorni, tariffa che serve praticamente solo per i siciliani che vanno a fare un week end in Calabria e per i Calabresi che fanno il viaggio inverso con gli stessi scopi e una tariffa valida 60 giorni di 55 euro. Invece per i mezzi pesanti i costi vanno dagli 85 euro per un furgone a un massimo di 250 euro a secondo della lunghezza del mezzo. Esiste un'altra possibilità.



Una compagnia privata, la Meridiano Lines, effettua corse da Reggio a Messina e viceversa. Le corse sono 11 dal lunedì al venerdì, 7 il sabato, una sola la domenica. Qua i costi sono molto più ragionevoli, 12 euro ogni viaggio per un’autovettura, quindi 24 euro totali in confronto ai 55 di Messina-Villa San Giovanni. Uguali più o meno agli altri i costi, invece, per i veicoli commerciali. Quindi per le autovetture è possibile risparmiare, ma quanti che vengono dal nord o da altre province della Sicilia sono al corrente di questa possibilità? E poi bisogna arrivare a Reggio e le corse sono poche e i servizi a bordo inesistenti. Nessuna possibilità di procurarsi una bottiglia d’acqua a bordo o vicino agli imbarcaderi.
A questi costi che mi sembrano sproporzionati per un percorso di 3.3 miglia marine bisogna aggiungere un ulteriore balzello introdotto dal Sindaco di Messina per quelli che risiedono fuori dalla provincia di Messina. Le tariffe sono di 1,50 euro per le auto, 5 euro per autocarri e bus, 8 euro per autotreni ed autoarticolati.
Parliamo adesso di quelli che passano a piedi per ragioni di lavoro o di studio. Dal 1 luglio c’è stato un grosso aumento, ma per renderlo meno amaro lo hanno chiamato allineamento delle tariffe. Aumenti, o allineamenti, non da poco: la corsa singola passa da 1,50 € a 2,50, andata e ritorno, da 2 a 5 euro. Raddoppia, invece, l’abbonamento mensile che da 30 euro arriva a 60; 40 per il ridotto (per chi ha un reddito inferiore ai 25 mila euro lordi annui) e 18 per le forze dell’ordine.
Quindi un problema grande nell’attraversamento dello stretto esiste ed è molto più grave di quello del tempo di percorrenza. E’ quello dei costi. Il ponte sullo stretto può risolvere questo problema? Sicuramente no. Sono previsti pedaggi non inferiori a quelli attuali. Parliamoci chiaro, già soldi di privati che intendono partecipare alle costruzione del ponte non ce ne sono ancora, figuratevi se ne arriverebbero mai, ammesso che arrivino, se l’investimento non fosse conveniente e in grado di rendere.
Sono questi costi che rendono la Sicilia un’isola, i pedaggi dei camion che portano la merce che consumiamo ce li ritroviamo a nostro carico quando compriamo questa merce. E quanti sono i turisti che dopo aver vissuto l’odissea della Salerno-Reggio Calabria e aver dovuto pagare un caro prezzo per traghettare e venire a spendere i loro soldi in Sicilia, sono disposti a ritornare una seconda volta?
Non sarebbe meglio piuttosto che costruire il ponte dotare la Bluvia di navi adeguate e in grado di effettuare più corse e accollare allo Stato i costi di traghettamento, facendo invece pagare a chi viaggia una cifra simbolica? Lo Stato, sia per la Bluvia che per la Caronte-Turist si assumerebbe l’onere di rimborsare la differenza. La spesa sarebbe di gran lunga inferiore alla costruzione del ponte e libererebbe i Siciliani dalla colpa di essere isolani.
Tutto questo senza scempi al paesaggio. Non veniteci a dire che i turisti verrebbero in gran numero per vedere il ponte, già oggi lo stretto di Messina così come è meriterebbe una visita, il paesaggio è già bellissimo, lo sarà ancora domani dopo la costruzione del ponte?

Pubblicato su CentoMovimenti: http://www.centomovimenti.com/2010/luglio/11_gm.htm
Leggi anche: 8 Motivi per dire No al Ponte di Messina

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