tag:blogger.com,1999:blog-15113261213864874992024-03-21T07:08:16.383-07:00GiovanniMerenda's BlogMaverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.comBlogger25125tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-830465348056158842010-11-08T07:05:00.001-08:002010-11-08T07:05:52.642-08:00Igienista dentale, il cavaliere e le altre<div style="text-align: justify;">Igienista dentale… igienista dentale… che tipo di lavoro sarà mai? Da quel perfetto ignorante che sono, la prima cosa che mi viene in mente è l’<em>igiene dentale</em>, quindi mi immagino una persona che mi passa con magia il filo interdentale e mi lava splendidamente i denti e poi mi porge il bicchiere col collutorio per gli sciacqui, più o meno come farebbe una manicure con un’altra parte del mio corpo, se io le affidassi le mie dita invece di tagliarmi le unghie da me.</div><a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">Ma la mattina dopo, passata la tremenda sbronza da Grappa di Cabernet, opto per la pulizia dei denti, quella che fino a ora mi faceva il mio dentista, visto che, colpevolmente, non ero informato dell’esistenza di Nicole Minetti.</div><div style="text-align: justify;">E credevo pure che la pulizia dei denti che il mio dentista mi ha sempre fatto, non fosse un compito particolarmente difficile, al massimo bisogna avere la mano delicata e lui, più o meno, ce l’ha.</div><div style="text-align: justify;">Invece no, bisogna avere delle particolari qualità, delle qualità straordinarie, se no la politica non guarderebbe ad una igienista dentale per fare parte dell’élite che siede sugli scanni del parlamento della Regione Lombardia. E i cittadini non l’avrebbero eletta preferendola magari a professori di economia o amministratori esperti. Né possiamo pensare che abbia influito il suo passato di <em>velina</em> in televisione nella scelta. Ormai in Italia le veline rappresentano il 23,7% della popolazione di sesso femminile.</div><div style="text-align: justify;">Va bene che in Lombardia forse non tutto funziona benissimo come siamo soliti pensare noi siciliani, che eleggiamo deputati regionali che sono sempre tanto sfortunati da finire indagati per associazione mafiosa.</div><div style="text-align: justify;">Credo di aver capito che hanno eletto pure un pesce, una Trota, che prima faceva di professione il <em>bocciato</em> nelle scuole pubbliche e private italiane.</div><div style="text-align: justify;">Quello che è sicuro è che pure io voglio d’ora in poi l’igienista dentale, non più il dentista. E deve assomigliare alla Minetti che è davvero una splendida ragazza.</div><div style="text-align: justify;">Certo, questa bellezza non avrà avuto nessun peso nella sua scelta per i candidati alla regione lombarda, là i candidati li scelgono per le loro capacità – e magari, se sono collusi con la delinquenza come da noi, mica si fanno scoprire – e per le loro virtù. Pensate che il presidente di quella regione, anni fa aveva la fama di essere <em>vergine</em>, che a me pare una balla… figuratevi se Berlusconi uno vergine lo prendeva nel partito.</div><div style="text-align: justify;">Naturalmente essere consigliere regionale in Lombardia non è tutto rose e fiori. Magari una sera capita che ti telefoni il Presidente del Consiglio, che tu magari non conosci per niente o che hai visto solo di sfuggita, e ti prega di occuparti di una minorenne marocchina nei guai in un posto di polizia. Telefona a te perché la minorenne è una vostra comune conoscente… tutti conosciamo minorenni marocchine come Ruby e le ospitiamo nelle nostre feste, in Italia è normale, in Marocco un po’ meno…</div><div style="text-align: justify;">E tu, povera igienista dentale, consigliere della regione Lombardia, sei costretta ad aspettare ore che te l’affidino. Naturalmente ci sono limiti ai piaceri che un Presidente del Consiglio può chiederti e glielo dici: “Di tenerla a casa mia non se ne parla.” E l’unico posto aperto a quell’ora a Milano è la casa di una prostituta brasiliana.</div><div style="text-align: justify;">Veniamo all’altro personaggio della farsa.</div><div style="text-align: justify;">Quando il cavaliere è sceso in politica, costretto, ahi lui e ahi noi, dai suoi guai finanziari e giudiziari, mi son sempre trovato in disaccordo con le sue idee.</div><div style="text-align: justify;">Come politico lo trovavo detestabile e anche come persona non avrei mai comprato un’auto usata da lui. Ma se avessi dovuto, minacciato di tortura, scegliere tra i politici italiani uno con cui passare una serata a cena, lui non veniva certo all’ultimo posto. Pensate a una serata a cena con Buttiglione!</div><div style="text-align: justify;">Ora no, ora caro cavaliere, preferisco Buttiglione (magari accertandomi prima che non ci siano gay nel ristorante). Sei diventato ormai imbarazzante con le tue battute volgari e io ci tengo a non far cattiva figura. E tu eri quello che ti lamentavi perché Gianni Agnelli non ti invitava mai?</div><div style="text-align: justify;">E poi potrebbe pure essere pericoloso visto che garantisci che sei minacciato dalla mafia, che per colpirti crea dal nulla gli scandali che, un giorno sì e l’altro pure, ti ricadono di sopra.</div><div style="text-align: justify;">No, io con uno sotto il tiro della mafia non ci esco.</div><div style="text-align: justify;">E a proposito della mafia che dici di avere contro, gli extraterrestri no? Sei sicuro che i piccoli omini verdi non c’entrino nella congiura?</div><div style="text-align: justify;">Pensaci bene, i comunisti, i giudici comunisti, i finiani, tutti contro di te e gli extra terrestri no? Dai, un piccolo complottino degli extraterrestri farebbe pure felice la Lega. Quelli già odiano gli extracomunitari, pensa gli extraterrestri…</div><div style="text-align: justify;">Anche se a cena non ci vengo, mi permetto di segnalarti una persona per le tue televisioni. L’escort Nadia, che credo di aver capito che già conosci.</div><div style="text-align: justify;">Una che fa battute come: “Ma sai che non sei vecchio come sembri?” e alla tua domanda: “Cosa fai nella vita?” ti risponde “Faccio la mignotta. Che non lo avevi capito?”, non bisogna assolutamente farsela scappare.</div>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-61553009936828960152010-11-08T07:04:00.001-08:002010-11-08T07:04:47.888-08:00Politicamente ScorrettoVi avviso subito. Questo mio pezzo potrebbe sembrare a qualcuno politicamente scorretto. <br />
Vi do notizia di due crimini.<br />
Il primo è l’aggressione di uno sconosciuto ai danni di Daniele Capezzone, portavoce nazionale del Pdl.<br />
Aggressione assolutamente da condannare. Anche uno come Daniele Capezzone deve essere libero di girare per le strade senza essere preso a pugni in faccia da un perfetto idiota.<br />
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Capezzone può non essere simpatico a tutti, anzi è difficile trovarlo simpatico, diciamocelo francamente, anche se dobbiamo riconoscere che è così bravo a mutare casacca da farcelo ammirare un poco, ma la cosa migliore è fare come il mio amico Carmelo, che ha attaccato sulla parete del suo garage un pannello di legno, ha attaccato sul pannello delle fotografie e ogni giorno, ogni santo giorno, scende in garage e si esercita tirando le freccette sul pannello.<br />
Il secondo crimine è rappresentato dalle dichiarazioni a commento del fattaccio degli esponenti del Pdl.<br />
“Esprimiamo una totale solidarietà a Daniele Capezzone e rileviamo – dice il capogruppo Fabrizio Cicchitto- che l’atmosfera peggiora sempre di più a causa dell’esistenza di uno squadrismo di sinistra che accentua col passare del tempo la sua arroganza e la sua aggressività. Il noto network dell’odio sta producendo effetti nefasti sempre più visibili”.<br />
Parla poi il mini-ministro Renato Brunetta: “Da tempo metteva in guardia il Paese da un clima politico avvelenato, che tanti seminatori di odio non esitano ad alimentare con un linguaggio violento. Purtroppo (per lui e per tutti noi) anche questa volta ha avuto ragione”. Dello stesso tenore le parole del noto poeta Sandro Bondi: “Che cosa deve ancora accadere affinché cessi il clima di odio contro di noi alimentato da una parte della sinistra e dell’informazione ideologizzata?”.<br />
Toni duri, riportano i giornali, anche da parte degli esimi Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, presidente e vicepresidente vicario del gruppo del Pdl al Senato: “Un bruttissimo episodio, purtroppo frutto di un clima politico dominato da insulti e durissimi attacchi verbali. Occorre, prima che sia troppo tardi, un maggior senso di responsabilità per fermare i predicatori d’odio e riportare la politica a una normale dialettica”.<br />
E qui leggendo la notizia su Repubblica.it ci coglie una curiosità. Era un comunicato stampa oppure parlavano insieme, una frase per uno come facevano i tre porcellini? Qua, oltretutto manca il terzo porcellino. Oppure parlava Gasparri e Quagliariello faceva di sì con la testa?<br />
Va bene, direte voi, queste sono le notizie, che cosa c’è di politicamente scorretto?<br />
C’è che io trovo più gravi i commenti, rispetto al gesto dell’idiota che ha dato il pugno a Capezzone.<br />
Noi spesso usiamo, non sempre in maniera propria, esempi di animali come raffronto dei gesti degli umani.<br />
Ecco, i commenti degli esponenti del Pdl rispondono secondo me in pieno allo stereotipo che noi abbiamo della <em>iena</em>. Brunetta ha il coraggio di parlare di <em>seminatori di odio</em>, proprio lui che insieme al picchiato Capezzone è uno dei campioni mondiali della categoria.<br />
Sì, sono politicamente scorretto, almeno oggi, e dico, e mi prendo la responsabilità di dirlo, che questi tipi che fanno parte di un governo che, in un momento in cui tanti cittadini non sanno più come fare a tirare avanti, ha impiegato tutta la sua esistenza a cercare di risolvere i guai giudiziari del suo premier, l’esimio cavaliere S.B., non dovrebbero avere nemmeno il diritto di parlare.<br />
Il nostro governo non è un governo, è una massa di incapaci, schiavi degli interessi di chi li ha portati al posto dove stanno e dove mai avrebbero dovuto stare.<br />
Andatevi a guardare i giornali degli ultimi due anni: legge sulle intercettazioni, legittimo impedimento, lodo Alfano, attacchi alla magistratura… e basta! Difesa dell’occupazione, difesa del potere d’acquisto, incentivi alla ricerca, lotta all’evasione fiscale?<br />
No, grazie!<br />
So già che cosa scriveranno i libri di storia tra un secolo: <em>Inspiegabilmente in quel periodo l’Italia rinunziò a essere un paese civile e mediante regolari elezioni, condizionate dalla sproporzione dei mezzi di comunicazione di massa a disposizione delle parti (vedi televisione) fu a lungo comandata da persone completamente inadeguate allo scopo. Si verificò un esempio, per lunghi anni, di governi dediti esclusivamente agli interessi del proprio capo,</em> <em>che, del resto, proprio per tutelare i suoi interessi era sceso in politica.</em><br />
E questa gente ha il coraggio di parlare di <em>informazione ideologizzata, </em>di <em> squadrismo di sinistra, </em>di <em>arroganza e aggressività, </em>di <em>network dell’odio.</em><br />
A questo punto per esprimere meglio la nostra opinione abbiamo bisogno di copiare un titolo di una prima pagina del sempre rimpianto settimanale satirico <strong>Il Male</strong>.<br />
<div style="text-align: center;"><strong>HANNO LA FACCIA COME IL CULO</strong></div>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-22082346655896923362010-11-08T07:02:00.001-08:002010-11-08T07:02:11.705-08:00Massimo Ferretti SantinNessuno dei miei amici, dei miei compagni di studi, dei conoscenti della mia antica famiglia avrebbe mai sospettato che, con la mia laurea, a pieni voti alla Bocconi, e i miei <em>masters</em> negli US, invece di diventare un manager da mezzo miliardo all’anno, delle vecchie lire intendo, al lordo delle tasse, io finissi per fare, come per vent’anni ho fatto, l’assassino a pagamento, fino a quando qualcosa che avevo senza volere saputo, e che non dovevo sapere, aveva spinto i miei ultimi clienti a pagare perché fossi io, stavolta, ad essere ucciso.<br />
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<div style="text-align: justify;">E quando, dopo la mia morte, gli amici, i colleghi di studi, hanno saputo quale era la mia vera occupazione… perché qualcosa è venuto fuori dalle indagini, anche se i numeri della polizia peccavano per difetto e quelli dei mass media per eccesso, (i numeri dei <em>lavori </em>che avevo portato a termine in vent’anni…) hanno cercato di spiegare tutto <em>con la malattia</em>, dicendo che solo il sadismo, il piacere di uccidere e di straziare, poteva spiegare la mia scelta di vita. Ma che idiozia!</div><div style="text-align: justify;">Io mai ho provato piacere strangolando, avvelenando, sparando, organizzando <em>incidenti </em>perfetti. E non l’ho fatto, se non in minima parte, perché fare il killer era, senz’altro, meno noioso che fare il dirigente d’azienda. Anche se non nego piacevoli scariche di adrenalina durante il mio lavoro… durante la preparazione del mio lavoro, girando intorno al mio bersaglio per conoscerlo, facendomi vittima per diventare uccisore. Ma mai mentre uccidevo,un’azione che era soltanto una logica conclusione.</div><div style="text-align: justify;">La verità è che io ho scelto di uccidere, invece di comandare, perché il mezzo miliardo all’anno (di vecchie lire, intendo) era una miseria in confronto a quello che ho guadagnato, esentasse, in vent’anni di uccisioni a pagamento.</div><div style="text-align: justify;">E anche se la mia famiglia contava generazioni di studiosi di Economia, insigni docenti e abili comandanti di imprese, non potevo dirmi, certo, ricco di famiglia!</div><div style="text-align: justify;">Quindi ho fatto quello che ho fatto, (e l’ho fatto con la professionalità che vi aspettavate da me dopo i miei studi, nel <em>mestiere</em> che secondo voi avrei dovuto scegliere), per il mio amore per il lusso, per i miei gusti costosi.</div><div style="text-align: justify;">Così non cercate nella mia vita passati indizi di sadismo, episodi che a posteriori rivelino un mio piacere di uccidere. Tutto è più banale. L’offerta per un ottimo killer, un killer con le mie conoscenze e con la mia classe, capace di entrare in tutti gli ambienti che contano, era di gran lunga superiore a quello che mi offrivano per essere un ottimo manager. Ho preferito il lavoro che veniva pagato meglio, la mia vita è stata decisa da una scelta di mercato.</div><br />
Dall’opera inedita <strong>TUTTI I COLORI DEL GIALLO</strong>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-38437091448372266012010-11-08T07:01:00.000-08:002010-11-08T07:01:17.652-08:00Giornalismo spazzatura<div style="text-align: justify;">Esiste in Italia, come nella altre nazioni, l’Ordine dei Giornalisti.</div><div style="text-align: justify;">Il problema dell’Italia è che di questo ordine fanno parte figuri che giornalisti non sono o non sono più.</div><div style="text-align: justify;">Accumulare dossier contro un avversario, fondati su documenti falsificati, vedi il caso Boffo, fornire notizie false senza mai smentirle, anche quando come false sono poi manifestamente riconosciute, omettere sui propri giornali o telegiornali le notizie scomode per il proprio mandante è forse giornalismo?</div><a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">Ci sarebbero nomi più adatti per queste attività come killeraggio politico, e per i loro esecutori nomi come sicari, portavoce, leccaculo o, come nel caso del mancato colpo ai danni della Marcegaglia, ricattatori.</div><div style="text-align: justify;">Ma in Italia si fanno chiamare giornalisti. E c’è pure chi compra i loro giornali, non molti per fortuna, o ascolta i loro telegiornali, certamente ancora troppi.</div><div style="text-align: justify;">Certo loro lo sanno di non essere più giornalisti, ammesso che lo siano stati in passato, ma evidentemente il loro era un mestiere e non una vocazione precisa.</div><div style="text-align: justify;">Te li puoi immaginare grondare bava dalla soddisfazione quando scovano qualcosa che sia utile per attaccare l’avversario del momento del loro mandante, qualcuno che ha osato dissentire dalle norme da questo stesso mandante imposte.</div><div style="text-align: justify;">Colpire il dissenso, cioè quello che dovrebbe essere alla base del lavoro del giornalista.</div><div style="text-align: justify;">Che poi questo qualcosa sia vero non ha per questi <em>gentiluomini </em>la minima importanza.</div><div style="text-align: justify;">E se poi incappano in guai giudiziari perché qualcuno denunzia il loro ricatto, ecco il coro dei sostenitori del mandante gridare all’attentato alla libertà di stampa.</div><div style="text-align: justify;">Ma quale stampa! Niente potrebbe essere più lontano da questa parola dei loro giornali o telegiornali.</div><div style="text-align: justify;">La Stampa, quella con la esse maiuscola, è verità, tutta la verità; è controllo delle informazioni prima di pubblicarle; è equidistanza e lontananza dalle parti politiche.</div><div style="text-align: justify;">La Stampa, sempre quella con la esse maiuscola, signori miei, è al servizio del lettore.</div><div style="text-align: justify;">Io non sono un giornalista e non solo perché non sono inscritto all’ordine. Sono uno scrittore che commenta quello che succede. Chiaramente ho le mie idee politiche… non apprezzo quelli che dicono di non averne… e queste idee certo traspaiono dai miei scritti.</div><div style="text-align: justify;">Ma direi che vengono fuori malgrado la mia volontà.</div><div style="text-align: justify;">E la mia prima volontà è rispettare i miei lettori, rispettando la verità.</div><div style="text-align: justify;">Questi signori, invece, della verità fanno scempio non tenendola in nessun conto, falsificando od omettendo.</div><div style="text-align: justify;">Con la loro faccia di bronzo ci rompono ogni giorno con la storia di un appartamento di Montecarlo venduto a 300.000 euro che forse poteva valere di più, magari 500.000 euro… ma io in pochi metri quadri a pianterreno non ci starei manco a Montecarlo. Appartamento che era di un partito politico, non dello Stato, appartamento di cui non frega niente alla stragrande maggioranza degli italiani.</div><div style="text-align: justify;">Poi, quando grazie ad una piccola legge, lo Stato, quindi tutti gli italiani, si vede truffare una quantità di milioni dalla Mondadori, loro i titoli in prima pagina non li fanno, anzi la notizia non la danno proprio!</div><div style="text-align: justify;">Non credo che l’Ordine dei Giornalisti possa mandar via dal proprio corpo questi figuri e tanto meno mi aspetto che prendano coscienza della loro vergogna e se ne vadano loro.</div><div style="text-align: justify;">Ma almeno un piccolo gesto a lor signori voglio chiederglielo.</div>Se, come immagino, hanno dei biglietti da visita del tipo:<br />
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<div style="text-align: center;"><strong>PINCO PALLINO</strong></div><div style="text-align: center;"><strong><em>Giornalista</em></strong></div><div style="text-align: center;">per favore li buttino via e se ne facciano dei nuovi. Io, anche se ho pochi soldi, sono disposto a dare il mio contributo.</div><div style="text-align: center;">Secondo me i nuovi andrebbero bene così:</div><div style="text-align: center;"><strong>PINCO PALLINO</strong></div><div style="text-align: center;"><strong><em>Qualsiasi cosa, ma non giornalista</em></strong></div>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-24243716857854538162010-11-08T06:59:00.002-08:002010-11-08T06:59:57.106-08:00Riflessioni di Giacomo Casanova<div style="text-align: justify;">La mia storia è quella di uno scapolo, giunto nel 1791 a sessantasei anni, il quale si è impegnato principalmente, durante la sua vita, a coltivare il piacere dei sensi, non avendone trovato di più importante.</div><div style="text-align: justify;">Sentendosi nato per l’altro sesso, l’ha sempre amato e fin da principio se ne è fatto riamare.</div><div style="text-align: justify;">Gli è piaciuta anche la buona tavola.</div><a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">Quest’uomo vede oggi imminente la sua fine, e quando ci pensa si rattrista.</div><div style="text-align: justify;">Perché ama la vita come l’anima sua e i suoi sensi come se stesso. Era tutto ciò che aveva e nient’altro poteva interessarlo.</div><div style="text-align: justify;">Quest’uomo scrive la sua storia per divertirsi, per rinnovare i piaceri avuti ricordandoli e per ridere delle pene che ha sofferto e che ormai ha sostituito con altre pene non altrettanto eccitanti.</div><div style="text-align: justify;">Egli scrive la sua vita ora perché crede di aver finito di vivere e la scrive come un maggiordomo, che presenta al suo signore il rendiconto prima di andarsene a vivere altrove, ponendo fine ad una presenza che comincia a essere imbarazzante.</div><div style="text-align: justify;">Pensa di essere esistito perché ha sentito e per conseguenza è convinto che non esisterà più quando avrà finito di sentire.</div><div style="text-align: justify;">Se gli capiterà dopo la morte di sentire ancora, troverà divertente la faccenda, ma smentirà tutti coloro che gli andranno a dire che è morto.</div><div style="text-align: justify;">Quelli che mi troveranno troppo abbondante nelle descrizioni dei miei piaceri, mi perdoneranno quando sapranno che questa abbondanza fu sempre la mia fissazione. Coloro i quali diranno che avrei dovuto avere vergogna a metterli sulla pagina sono padroni di dirlo. Può darsi che non avrei dovuto, ma non ho sentito questo dovere, e pertanto permetto che mi si insulti per questo chiamandomi immorale.</div><div style="text-align: justify;">Lo sarei di meno se mi nascondessi?</div><div style="text-align: justify;">Debbo avvertire il lettore che scrivendo la mia vita non pretendo di farmi degli elogi, né di propormi come modello. È al contrario una vera satira di me stesso che io propongo, anche se non ho voluto che suonasse come una confessione.</div><div style="text-align: justify;">Tuttavia, nonostante la mia facilità di animo, non scriverei la mia vita se pensassi di rendermi con ciò disprezzabile.</div><div style="text-align: justify;">Sono certo che i miei uguali non mi disprezzeranno, e questo mi basta, perché aspiro soltanto alla loro approvazione.</div><div style="text-align: justify;">Se per farmi perdonare il male che ho fatto debbo confessarmi uno sprovveduto, ebbene, ho meno ripugnanza ad essere ritenuto colpevole che ad essere giudicato uno sciocco.</div><div style="text-align: justify;">Mi dispiace però constatare di essere diventato buono solo perché non posso più essere malvagio, ma questo dispiacere non mi induce al disprezzo.</div><div style="text-align: justify;">Io ho amore per me stesso, rimpiango la mia giovinezza e mi dispiace di essere prossimo ad uscire di scena.</div><div style="text-align: justify;">Sono ben lontano dal disprezzare la vita, perché cosa mai significherebbe il disprezzo di una cosa amata che so di dover perdere?</div><div style="text-align: justify;">Esisto e sento che morirò. Ma voglio che sia mio malgrado, il mio consenso saprebbe di suicidio.</div><div style="text-align: justify;">Come si può non rimpiangere questo mondo dove le pene non sono che una interruzione dei piaceri immancabili di cui godiamo ogni giorno?</div><div style="text-align: justify;">Occorre un fondo di idiozia e un’accanita incredulità per morire contenti – e io parlo da cristiano – perché nulla è più incerto della salute eterna.</div><div style="text-align: justify;">È un dovere desolante quello che obbliga uno spettatore attento ad uscire da un teatro, dove il sapientissimo autore, Dio, fa recitare una commedia la cui interessante trama offre un intrigo e una soluzione, un inizio e una fine, delle spaventose catastrofi alternate a continue buffonerie, che temperano la tristezza dello spettatore, il quale diventa a sua volta autore, una commedia dove ciò che accade sorprende sempre, benché si dovrebbe essere prevenuti, e dove il filosofo stesso si trova piacevolmente sorpreso proprio perché scopre la novità nella ripetizione.</div><div style="text-align: justify;">Non scrivo la vita di un uomo illustre e nemmeno un romanzo.</div><div style="text-align: justify;">La mia materia è la mia storia e la mia storia è la mia materia e so che la mia vita, che interesserà molti, non avrebbe interessato nessuno se avessi vissuto per sessant’anni premeditando di scriverla.</div><div style="text-align: justify;">I sapienti si interesseranno della mia storia quando sapranno che vi sono narrati dei fatti che l’autore non avrebbe mai immaginato di rappresentare, diventeranno curiosi di sapere ciò che è uscito da un uomo che si è abbandonato a se stesso e che ebbe per suo grande sistema non avere sistemi.</div><div style="text-align: justify;">La mia storia è una scuola di morale e darà da pensare a coloro i quali sanno quanto poca forza spetta alla prudenza sulle vicissitudini della vita.</div><div style="text-align: justify;">L’amor proprio che mi ha sempre dominato mi impone di non aggiungere o togliere niente alla verità.</div><div style="text-align: justify;">Quando mi è capitato di gabbare uno sciocco, non mi sono sentito umiliato, ma ho creduto di vendicare lo spirito, perché non vi è nulla di più difficile che gabbare gli sciocchi. Essi hanno una corazza di bronzo.</div><div style="text-align: justify;">Qualche volta ho ingannato delle donne ma esse si presero delle crudeli rivincite.</div><div style="text-align: justify;">Quando credetti di riuscire ad amarle solo finché potevo farmi riamare, mi ingannai. Esse non mi amano più e io le amo ancora.</div><div style="text-align: justify;">Tutte.</div><div style="text-align: justify;">Verrò accusato di aver troppo dipinto le mie imprese amorose. In ciò emerge il mio cinismo, ma le accuse saranno giustificate solo se mi rivelerò un cattivo pittore.</div><div style="text-align: justify;">Si dirà che illustro i fatti in un modo così particolareggiato da sembrare compiaciuto nel ricordarli.</div><div style="text-align: justify;">Indovinato! Ammetto che il ricordo dei piaceri passati li rinnova nel mio vecchio animo. E mi trovo stupito al pensiero che non furono vanità dal momento che la mia memoria me ne garantisce la concretezza.</div><div style="text-align: justify;">Ma gli spiriti critici insisteranno e diranno che le mie descrizioni troppo lascive possono accendere la fantasia del lettore.</div><div style="text-align: justify;">È ciò che desidero. Voglio rendergli questo favore, perché non conosco un lettore nemico di se stesso. E poi quale il compito di un autore se non di interessare? E sarò condannato se faccio bene il mio lavoro?</div><div style="text-align: justify;">Mi si dirà che tutto ciò che mette in pericolo la virtù è cattivo.</div><div style="text-align: justify;">Mi arrendo e confesso che coloro, la cui virtù preferita è la castità e quelli per i quali l’ebbrezza amorosa è una malattia o, perfino, un modo per corrompere l’anima e, nello stesso tempo, quelli che si eccitano troppo ricordando i piaceri amorosi della loro gioventù, debbono astenersi dal sentire questa mia voce.</div><div style="text-align: justify;">Se si considera lo smarrimento dei sensi una debolezza, peggio per quelli che questa debolezza non sanno perdonare. Che cosa si perdonerà all’umanità se non si dovessero perdonare le debolezze?</div><div style="text-align: justify;">La sola cosa che il filosofo non deve mai perdonare è lo spirito tirannico, solo l’intollerante ci fa paura, mentre l’uomo tollerante è gradito sempre ovunque.</div><div style="text-align: justify;">Sarò capito? Penso di sì.</div><div style="text-align: justify;">Sarei presuntuoso se immaginassi di avere più spirito dei lettori che prevedo di avere.</div><div style="text-align: justify;"><br class="spacer_" /></div><div style="text-align: justify;"><em>Liberamente tratto da una prefazione che Giacomo Casanova scrisse per le sue Memorie e che poi accantonò per una versione più accomodante.</em></div>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-28094573544920544072010-11-08T06:59:00.000-08:002010-11-08T07:00:22.533-08:00Ma quando maiForse i miei lettori non ci avranno mai pensato leggendo le mie povere note sulla situazione politica, ma il commentare sul web comporta per me anche dei sacrifici, oltre che la soddisfazione di parlare con loro. Stamattina alle 11 mi sono collegato a Repubblica TV e ho ascoltato in diretta il discorso di Berlusconi.<br />
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Ascoltato, intendiamoci bene, non visto. Sullo schermo avevo il mio solito solitario mattutino. Anche i sacrifici hanno un loro limite.<br />
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La seconda parte del discorso del nostro sentimentale capo dello stato… insiste sempre sull’amore che purtroppo non gli viene ricambiato… era dedicata al programma e quindi ai rapporti con Fini. Tu mi consenti di non andare in galera e io ti do il tempo di fondare il tuo partito… tanto poi i tuoi uomini me li compro, io ci ho i soldi e gli altri no.<br />
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Ma la mattinata non è andata del tutto perduta. Quattro insane risate me le sono fatte, ascoltandolo parlare dei successi del suo governo conditi da tante cifre che, al solito, i media e l’opposizione non verificheranno mai.<br />
<br />
Noi la crisi l’abbiamo combattuta e stiamo meglio di altre nazioni. Davvero? Ma quando mai! Vallo a dire alla stragrande maggioranza delle famiglie italiane, che sono fortunati a vivere qua e stanno tanto bene. In realtà siamo fortunati a sopravvivere, non a vivere.<br />
<br />
Il federalismo è stato fatto anche nell’interesse del sud che dopo starà meglio. Ma quando mai! Al nostro amato capo del federalismo non gliene frega niente, ma se non lo fa va a finire in galera perché Bossi gli fa cadere il governo. E tutti sanno quanto Bossi ami il sud.<br />
<br />
Abbiamo fatto la riforma della scuola. Questo è vero. E Berlusconi pensa sia un motivo di vanto. Ma quando mai! E voi del PdL dite di essere contro l’eutanasia! Avete ucciso la morente scuola pubblica italiana. E riesce pure a parlare dei giovani come della nostra sola risorsa. Risorsa che lui e il suo governo hanno mandato a puttane.<br />
<br />
Nessuno ha combattuto la mafia come noi. Ma quando mai! State cercando di limitare le intercettazioni che spesso anche se non legate direttamente alla mafia, rivelano reati mafiosi.<br />
<br />
Entro il 2013 finiremo la Salerno-Reggio Calabria. Ma quando mai! Ma Berlusconi l’hai mai fatta in macchina la Salerno-Reggio Calabria e ha visto lo stato dei lavori? E poi, poverino, nessuno gli ha detto che quella mattina stessa il suo governo ha tagliato i fondi per l’autostrada?<br />
<br />
Faremo il ponte sullo stretto. Ma quando mai! Non esiste ancora manco un progetto definitivo. Sarebbe più esatto dire inizieremo i lavori per il ponte e devasteremo il territorio. Poi entro 20 anni ci sarà di certo un governo di sinistra, magari che duri un paio di anni, a cui dare le colpe del territorio devastato e del ponte mai finito.<br />
<br />
Abbasseremo le tasse. Chissà perché questa non mi viene nuova, Devo averla già sentita, ma non mi ricordo chi l’ha giá detta. Magari lui stesso tanti anni fa? No, sicuramente no, non è possibile. Se l’avesse promesso sul serio lo avrebbe fatto. Negli ultimi anni, esclusi i due anni sofferti sulla poltrona di presidente del consiglio dal povero Romano Prodi, su quella poltrona ci è stato seduto lui. Lui col suo cuscino per farlo sembrare più alto.Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-90537196236509270502010-11-08T06:58:00.000-08:002010-11-08T06:58:06.963-08:00Kriminalroman? Policier? No, giallo!Io leggo molto. <br />
<div style="text-align: justify;">Io leggo molto da sempre. Sono uno scrittore, ma soprattutto sono sempre stato un lettore. Ai miei genitori sembrava strano e magari disdicevole che io leggessi tanto, così all’inizio degli anni cinquanta ero spesso costretto a leggere di nascosto, qualche volta anche al buio.<br />
<a name='more'></a></div><div style="text-align: justify;">Pieno di dubbi come sempre sono stato, non oserei mai criticare chi non ritiene opportuno leggere, ma magari compiangerlo un poco sì.</div><div style="text-align: justify;">Mi identifico in pieno nel sogno che una volta fece Virginia Woolf, la grande scrittrice morta esattamente un anno prima che io nascessi.</div><div style="text-align: justify;">Una notte Virginia Woolf sognò di essere morta e di andare in paradiso. In paradiso trovò san Pietro che le chiese il suo nome. Poi san Pietro interpellò Dio:</div><div style="text-align: justify;">“Signore, quale premio dobbiamo dare alla nostra sorella Virginia Woolf che è arrivata in paradiso?”</div><div style="text-align: justify;">“Pietro, questa donna era una persona che leggeva?”</div><div style="text-align: justify;">San Pietro chiese a Virginia Woolf se durante la sua vita avesse letto e riferì la risposta a Dio.</div><div style="text-align: justify;">“Sì, signore, leggeva molto.”</div><div style="text-align: justify;">“Allora, Pietro, non le spetta nessun premio. Il suo premio lo ha già avuto in vita.”</div><div style="text-align: justify;">Essendo uno scrittore di gialli, ne ho pubblicati tre, e di noir, è normale che spesso la mia scelta vada verso questi generi, anche per vedere cosa fanno i <i>colleghi</i>. Ma non leggo solo gialli.</div><div style="text-align: justify;">Quando parto d’estate leggo ancora di più. A casa passo ore al PC, invece quando parto per lunghi periodi il PC lo porto, ma volutamente senza la chiavetta per il collegamento a Internet e così lo uso solo per scrivere.</div><div style="text-align: justify;">Vorrei parlarvi di un paio di libri letti questa estate tra il Molise e la Calabria.</div><div style="text-align: justify;">Innanzitutto un giallo della scrittrice francese, molto nota, Fred Vargas.</div><div style="text-align: justify;">Io non ho niente contro le scrittici di gialli donne.</div><div style="text-align: justify;">Chi ha letto l’intervista che mi ha fatto Massimo Petrucci un paio di mesi fa, in occasione dell’uscita del mio libro IL RITORNO DEL DIAVOLO, (<a href="http://www.lettermagazine.it/?p=5986" target="_blank" title="il ritorno del diavolo (recensione)">per leggerla fai clic qui</a>) intervista che mi ha poi convinto a iniziare a scrivere per LetterMagazine, ha avuto modo di conoscere le mie preferenze e sa che nessuna scrittrice di gialli figura tra i miei idoli.</div><div style="text-align: justify;">Ma ho letto sicuramente dei gialli validi scritti da donne, anche se in questo momento la mia distratta mente non mi suggerisce nessun titolo. Forse sono troppi.</div><div style="text-align: justify;">Debbo pure dire che detesto le cattive imitatrici di Agatha Christie, che dalla famosa scrittrice inglese hanno preso solo i lati negativi e non la capacità di creare storie capaci di sorprenderci.</div><div style="text-align: justify;">Un nome per tutte: Elizabeth George.</div><div style="text-align: justify;">Due volte mi hanno sciaguratamente regalato libri di questa scrittrice, ponderosi volumi utilissimi a tenere fermi i miei appunti nei giorni di vento, e io masochisticamente li ho letti fino alla fine (un giallo è quasi impossibile lasciarlo senza sapere chi è l’assassino), venendo messo al corrente di centinaia di particolari e pettegolezzi che con l’omicidio non c’entravano niente.</div><div style="text-align: justify;">Di Patricia Cornwell, la scrittrice del genere che vende di più, dirò solo che secondo me scriveva discretamente all’inizio, ma da tempo scrive male. Ma confesso che ho comprato tutti i suoi libri, sia pure con un discreto senso di colpa e aspettando che uscissero in edizione economica. Però il suo libro, con la <i>sua verità</i> su Jack the Ripper ho smesso di leggerlo prima di arrivare a metà e lo ho volutamente scordato in una casa di campagna.</div><div style="text-align: justify;">Comunque come tutti sanno scrivere male non pregiudica le vendite, anzi… vedi Faletti… e non le pregiudica nemmeno la mancanza di ispirazione.</div><div style="text-align: justify;">I primi Camilleri con Montalbano non erano male, anche se davano ai non siciliani una idea della Sicilia che con la Sicilia vera e con i siciliani non c’entrava per niente, credete a me. Dopo aver letto i primi, ne ho letto altri con rabbia e con delusione e poi ho smesso di comprarli. Adesso vedo solo gli ottimi film con il commissario Montalbano che passano in televisione, notando che anche questi cominciano a risentire della debolezza e della banalità dell’intreccio.</div><div style="text-align: justify;">Ma torniamo a Fred Vargas e al suo L’UOMO DEI CERCHI AZZURRI, che è il romanzo che ho letto.</div><div style="text-align: justify;">Di Fred Vargas avevo letto anni fa “Nei boschi eterni”. Non mi ricordo molto di questo libro, il che, per quanto mi riguarda, vuol dire che non era un capolavoro, ma vuol dire pure che non mi era per niente dispiaciuto, se no me lo ricorderei.</div><div style="text-align: justify;">“L’uomo dei cerchi azzurri” è il romanzo in cui per la prima volta la Vargas introduce i personaggi che hanno popolato poi anche le sue opere successive.</div><div style="text-align: justify;">Il suo investigatore, il commissario Adamsberg, è un personaggio fuori dall’ordinario, certamente non banale e molto interessante, e certamente non banale e fuori dall’ordinario, e <i>naturalmente</i> interessante, è il suo ispettore Danglard. Così come i tre personaggi principali in cui gli investigatori si imbattono nell’indagine sono certamente… ormai l’avete capito… non banali, interessanti e fuori dall’ordinario.</div><div style="text-align: justify;">Ora io chiedo ai miei lettori, ogni quanto tempo vi succede di conoscere una persona interessante e fuori dall’ordinario? Ogni dieci anni? Ogni cinque? O magari, poveri voi, non avete mai conosciuto persone straordinarie?</div><div style="text-align: justify;">Va bene le manie di grandezza dei francesi, ma, sia pure a Parigi, cinque persone così fuori dall’ordinario in un paio di chilometri quadrati non deve essere facile riunirle insieme.</div><div style="text-align: justify;">Vederli tutti insieme mi ha fatto incazzare mentre lo leggevo. Peccato perché la scrittura non è niente male, anche se la trama non è molto verosimile, e non solo per la presenza di tutti questi personaggi eccezionali.</div><div style="text-align: justify;">Bisogna pure dire che il libro di esordio spesso presenta dei difetti che l’autore corregge nei libri successivi. Mi è capitato di leggere un anno fa il romanzo di esordio di Giancarlo De Cataldo, ONORA IL PADRE. QUARTO COMANDAMENTO, e l’ho trovato assai debole e di una qualità che non giustificava la ristampa in una collana di larga diffusione. Ma De Cataldo ha poi scritto un libro bello e potente: ROMANZO CRIMINALE, che io ho letto al tempo della sua uscita.</div><div style="text-align: justify;">Veniamo ora a un libro della mia estate di cui non posso parlare che bene.</div><div style="text-align: justify;">LUPO MANGIA CANE di Martin Cruz Smith.</div><div style="text-align: justify;">Martin Cruz Smith è abbastanza famoso e secondo me se lo merita pienamente.</div><div style="text-align: justify;">Le atmosfere e i luoghi nei suoi libri sono resi in modo straordinario.</div><div style="text-align: justify;">Leggendo questo “Lupo mangia cane” ti chiedi se per scriverlo lo scrittore americano abbia vissuto per mesi nella mortale zona rossa di Chernobyl, dove la maggior parte del romanzo si svolge.</div><div style="text-align: justify;">Poi ti ricordi come è descritta la Tokyo nei giorni prima della seconda guerra mondiale in TOKYO STATION, sempre suo, dove tutto è egualmente estremamente verosimile e dove Cruz, nato nel 1941, non può essere stato e capisci che descrivere così bene è una dote di questo scrittore.</div><div style="text-align: justify;">Qua niente persone straordinarie come nel romanzo della Vargas, ma straordinari, pur nella loro normalità… mi si perdoni questa mia contraddizione… sono i rapporti tra questi personaggi.</div><div style="text-align: justify;">E continuando con le mie contraddizioni, bellissima nella sua normalità straordinaria oppure, se preferite, nella sua singolarità comune a tante altre storie veramente vissute, la storia d’amore tra Arkady Renko e Eva Kazka.</div><div style="text-align: justify;">Tutt’altro che scontata la conclusione della trama gialla.</div><div style="text-align: justify;">Io che scrivendo ho sempre pensato che il lettore delle mie opere ha diritto a una sorpresa che, pur essendo verosimile, gli mostri che la realtà non era esattamente come appariva ai suoi occhi, mi ci sono ritrovato.</div><div style="text-align: justify;">Per quelli che non hanno mai letto Martin Cruz Smith consiglio di cominciare da uno qualunque dei suoi libri, non importa quale. Non avranno cattive sorprese.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">P.S. Se i libri li trovate usati è meglio. Risparmiamo qualche albero.</div>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-55744015025210835952010-09-24T15:59:00.000-07:002010-09-24T15:59:31.661-07:00Io non mi sento italiano<div style="text-align: center;">Io non mi sento italiano </div><div style="text-align: center;">ma per fortuna o purtroppo lo sono.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSgJKYKqBxAutyWb6CbkO9CpXHZ34vXqDIuhLyD2auNxb0rvKqJ9ljs6NJUixE7hHn9z62trdQRo1Wy2Xuq3sgjFqRGzqwuLDOlZ-JlSdHtjPpiw6FXMuSUBqaktH-EZXNJSl0ZI6STyc/s1600/gaber.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSgJKYKqBxAutyWb6CbkO9CpXHZ34vXqDIuhLyD2auNxb0rvKqJ9ljs6NJUixE7hHn9z62trdQRo1Wy2Xuq3sgjFqRGzqwuLDOlZ-JlSdHtjPpiw6FXMuSUBqaktH-EZXNJSl0ZI6STyc/s1600/gaber.gif" /></a></div><br />
Così cantava, come abbiamo ricordato nell’articolo precedente, Giorgio Gaberscick, conosciuto come Giorgio Gaber.<br />
La canzone è del 2003. e il fatto che Giorgio Gaber l’avesse scritta ci dice come fossimo messi male già allora.<br />
Prima eravamo messi veramente male… ora siamo messi peggio.<br />
Così penso direbbe oggi Gaber se fosse vivo.<br />
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Io stesso non mi sentivo molto italiano allora, pensate adesso.<br />
E come me credo tanta gente. Tanti di quelli lo potevano fare se ne sono andati dall’Italia e hanno scelto di vivere all’estero. Altri che vivevano già all’estero hanno abbandonato ogni idea di rientrare in Italia. E spesso scrivono ai giornali italiani il loro disagio di essere italiani all’estero. <br />
Molto diverso dal disagio che provavano quelli emigrati dopo la seconda guerra mondiale. Allora i nostri poveri emigranti venivano, fuori dall’Italia, trattati in maniera razzista… se è per questo nella stessa maniera venivano trattati i meridionali che emigravano nel nostro settentrione.<br />
Oggi i nostri nuovi emigranti lamentano di venire spesso derisi ogni volta che si parla di quello che succede in Italia. Sono gratificati di sorrisini ironici oppure apertamente criticati senza colpa.<br />
<br />
… se arrivo all'impudenza <br />
di dire che non sento <br />
alcuna appartenenza.<br />
<br />
Mi piacerebbe molto di sapere i numeri di quelli che vent’anni fa non si sognavano di non sentirsi italiani e invece oggi…<br />
Io non mi sento italiano…<br />
ma… purtroppo lo sono.<br />
Oggi c’è poco orgoglio nel sentirsi italiani. Da parte di quelli che sono avviliti da quello che fa il Potere in Italia e anche da parte di quelli che il Potere lo esercitano, ma sostengono di farlo in nome di una immaginaria Padania.<br />
Il paese si è impoverito in tutti i sensi. Quelli che al nostro Paese rubano ci sono stati sempre, ma prima avevano il pudore di cercare di tenere nascoste le loro azioni e di vergognarsi o fare finta di vergognarsi, quando erano scoperti. <br />
Oggi se le loro malefatte vengono fuori, la colpa non è di chi le ha commesse, ma dei giudici che le hanno scoperte e siccome le loro ruberie sono spesso connesse alla politica, gli sciagurati giudici che li hanno scoperti, sono accusati di fare politica. Ma se continua così i giudici che vogliono fare il loro dovere saranno presto resi impotenti.<br />
E c‘è tanta gente che ruba in Italia. Quelli che evadono le tasse. <br />
Siamo un paese di ladri, di ladri che rubano allo Stato, quindi ai poveri che si vedono ridurre i servizi forniti dallo Stato, ladri che in base alle nostre leggi non rischiano praticamente niente. Nascondono i loro guadagni, senza prendersi nemmeno il disturbo di nascondere i loro lussi. Male che gli vada, ma al 99 per cento di loro va bene, restituiranno qualcosa avvalendosi dei tanti condoni. <br />
Negli Stati Uniti chi evade il fisco va in prigione. E l’evasione è bassissima. Visto che l’evasione in Italia è tanto diffusa e crea tanti danni, le stesse leggi americane ci vorrebbero qua da noi, ma nessuno lo ha mai proposto, nemmeno le nostre flebili opposizioni. Mica si può perdere di certo i voti di milioni di evasori, anche se poi quelli non ti votano lo stesso.<br />
Le nostre città sono affamate e per fare cassa si inventano balzelli degni della peggiore dominazione spagnola nei secoli scorsi. Magari gli abitanti di quei comuni saranno al corrente delle trovate escogitate dai loro governanti per fare cassa, ma pensate ai viaggiatori magari italiani stessi… Come faccio a sapere, se sto mangiando un panino per le strade di Cesena, che se un gatto magro e affamato mi miagola dietro e io divido con lui la mortadella del mio panino debbo pagare 520 euro… oppure se vado con la mia donna a Eboli come faccio a sapere che se le do un bacio in macchina mi costa 500 euro… no, se andate a Eboli baciate solo le ragazze del posto. Loro dovrebbero essere informate dell’editto antibaci. E se a voi e ai vostri familiari pensate vi possa scappare la pipì, a mia moglie succede sempre, mentre siete a Venezia, assicuratevi di avere abbastanza soldi. A Venezia fare pipì costa 3 euro. A Trieste invece non portate mai il vostro amato bastardino e nemmeno un cane di razza, se lo avete. Per voi la sua pipì costa 300 euro. Venezia a confronto è a buon prezzo, anche se solo per quanto riguarda la pipì. A Gallarate se comprate di notte una birra bevetela sul posto. Portarla fino al vostro albergo può costarvi 300 euro e nessuna birra vale questo prezzo. E se portate il vostro cucciolo umano sulla spiaggia di Eraclea, state attenti che non abbia armi pericolose come secchiello e paletta, ogni buca vi costerà 300 euro. A Voghera, se di sera uscite in quattro amici per farvi due passi dopo le 23, se volete riposarvi, magari avete la mia età, non sedetevi tutti sulla stessa panchina, ma due in una panchina e due in un'altra. <br />
Sappiamo tutti che dopo le 23 mai più di tre persone per panchina. <br />
E una delle norme su cui si fonda la civiltà occidentale. <br />
Mi può inorgoglire vivere in un paese che permette norme cosi bislacche e così esose? Io, il non potere baciare una ragazza in macchina o dare da mangiare a un povero gatto affamato, li sento come limitazioni della libertà.<br />
Le violenze contro gli omosessuali si succedono e fanno notizia per lo spazio di un momento, ci sono i commenti indignati sui giornali, ma nessuno si chiede seriamente cosa è diventata questa Italia.<br />
La violenza è in agguato, ovunque, dal traffico nelle città alle assemblee di condominio di un complesso a mare se, per caso, decidi di votare no alla trasformazione, illegale, di un campo da tennis in un campo di calcetto, mentre sei circondato da squadristi urlanti del partito del calcetto. E tuo figlio, che per tua fortuna è diverso, ma ha la loro età, ti avverte che se ti opponi, e il tuo voto è decisivo per raggiungere i due terzi, un rogo della tua macchina è altamente probabile.<br />
Gli atteggiamenti aggressivi e mafiosi sono ormai regola nella nostra Italia. E i giovani che adesso hanno venti anni, e non ne hanno mai vista una diversa, pensano che sia normale.<br />
E come può essere normale una società che insegna ai giovani che, piuttosto che studiare, è meglio cercare di avere un piccolo spazio in un programma televisivo volgare, grazie alle tue tette o ai tuoi muscoli con tatuaggi annessi. <br />
Abbiamo onorevoli come Giorgio Stracquadanio che dicono che è legittimo usare il proprio corpo in politica.<br />
A proposito spero non vi siate persi la visita di Stracquadanio al TG di Mentana. Ma, sicuramente, se non l’avete visto lo troverete su Youtube. Mentana, all’onorevole non lo chiamava onorevole, ma lo chiamava semplicemente Stracquadanio. E nella bocca di Mentana Stracquadanio non era più un cognome, ma, da come lo diceva, era un insulto. Una delle cose più divertenti che abbia mai visto in televisione.<br />
Il giorno dopo ho detto:”Tu sei uno stracquadanio!” a un tizio che mi ha bloccato per mezz’ora con la sua macchina in doppia fila. E quello mi ha picchiato.<br />
No, non posso sentirmi orgoglioso di vivere in un paese abitato da tanti stracquadanio. Se potessi, raggiungerei i miei amici che hanno scelto di vivere a Barcelona.<br />
Ecco perché io non mi sento più italiano anche se per disgrazia mia lo sono.<br />
<div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">non è per colpa mia </div><div style="text-align: center;">ma questa nostra Patria </div><div style="text-align: center;">non so che cosa sia.</div><br />
P.S. Vorrei sapere dai miei pochi lettori se si sentono ancora italiani.Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-59844059395328778982010-09-24T15:56:00.000-07:002010-09-24T15:56:28.961-07:00La destra<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5kRwQTknBOSijIfoJOKMLUkOnC7tqRSfom7GXLWCD_KCLdSOlRynLL9ZCxqupMk2R5WW5DEDO-3hb-ZYMUZdumriUbF36Ni5o4RzMLgE93x_yDYFoSige4HHOHHdFV2e4LmAZkWm-qDs/s1600/giorgiogaber.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5kRwQTknBOSijIfoJOKMLUkOnC7tqRSfom7GXLWCD_KCLdSOlRynLL9ZCxqupMk2R5WW5DEDO-3hb-ZYMUZdumriUbF36Ni5o4RzMLgE93x_yDYFoSige4HHOHHdFV2e4LmAZkWm-qDs/s1600/giorgiogaber.jpg" /></a></div><div style="text-align: justify;">Ma cos’è la destra cos’è la sinistra…</div><div style="text-align: justify;">Cantava l’indimenticabile Giorgio Gaberscik in arte Giorgio Gaber.</div><div style="text-align: justify;">Certo le sue scherzose categorie della destra e della sinistra non sempre corrispondono.</div><div style="text-align: justify;">Io, per esempio, sono da sempre uno sfigato di sinistra, ma d’inverno alla doccia di sinistra preferisco la mia ora di bagno bollente di destra, con un buon fumetto e magari un bicchiere di prosecco.</div><div style="text-align: justify;">Ma la destra e la sinistra esistono ancora, credo. Almeno esistono nelle nazioni che a noi dovrebbero essere più affini, le cosiddette democrazie occidentali.</div><a name='more'></a><br />
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<div style="text-align: justify;">Per il momento lasciamo da parte la sinistra in Italia oggi. Nonostante le chiacchiere che circolano sul web, io non sono poi così cattivo e non voglio fare piangere qualche milione di persone parlandone.</div><div style="text-align: justify;">Oggi ho voglia di parlarvi della destra, della destra nelle democrazie occidentali. In alcuni di questi paesi la destra è al governo, vedi ad esempio Francia, Germania e Inghilterra. In altri è all’opposizione, vedi Spagna.</div><div style="text-align: justify;">In questi paesi la destra si comporta in modo stranissimo per quelli che sono gli usi e i costumi italiani.</div><div style="text-align: justify;">Non fa delle cose che agli italiani possono sembrare perfettamente normali.</div><div style="text-align: justify;">Per esempio, non fa ministro un nano da giardino, che poi va a dire ai coniglietti pavidi del maggior partito di opposizione che sono degli squadristi.</div><div style="text-align: justify;">Non ha dei leader di partiti al governo che esprimono il loro commento ai fatti politici con il dito medio teso oppure con le pernacchie, che dichiarano che con la bandiera nazionale loro si puliscono il culo e poi quando diventano ministri giurano fedeltà allo Stato.</div><div style="text-align: justify;">Magari quella destra lì, quella dei nostri vicini, pensa che governare uno Stato equivalga a identificarsi con lo Stato stesso e non andare in giro per il mondo a sparlare degli altri poteri dello Stato.</div><div style="text-align: justify;">Certo qualcosa di normale la destra la fa pure in questi paesi.</div><div style="text-align: justify;">Per esempio, c’è un capo di governo che porta i tacchi alti come si usa in Italia per i capi di governo (non parlo di Angela Merkel, lei li porta normali), che ha commesso l’errore di sposare un’attrice italiana molto più visibile di lui e che butta fuori i Rom sperando di conquistare i voti degli xenofobi.</div><div style="text-align: justify;">Ma di cose strane quella destra ne fa. Le televisioni di Stato mandano in onda le notizie senza ignorarne nessuna, pensate un po’, e non gli editoriali, schierati sfacciatamente da una parte politica, dei loro direttori. E lasciano i giornali liberi di dare le notizie senza cercare di imbavagliarli. Pensate che i giornalisti fanno quasi tutti i giornalisti e non i servi del potere. Del resto là governano senza avere la necessità di possedere in prima persona televisioni o giornali, che sfilano in corteo suonando la banda dietro il capo di governo.</div><div style="text-align: justify;">Anzi, sono così strani che, se un povero cristo ha bisogno di entrare in politica per azzerare i suoi debiti e i suoi guai giudiziari, non glielo permettono se ha qualche piccola televisione senza importanza e qualche giornale intestato magari al fratello, alla moglie o alla prozia.</div><div style="text-align: justify;">Che destra barbara che c’è fuori d’Italia!</div><div style="text-align: justify;">Non parliamo poi delle leggi. Fanno delle leggi, signora mia, per quello che pensano siano l’interesse della loro nazione e degli elettori che li hanno mandati al governo, invece di pensare a leggi rivolte verso l’interesse del proprio orticello. Glielo abbiamo dovuto far vedere noi cosa sono le leggi <i>ad personam</i>.</div><div style="text-align: justify;">E fanno pure delle leggi che in tempo di crisi aumentano le risorse per l’istruzione e la ricerca, senza capire che la vera cosa importante, in tempi di crisi, è non toccare i patrimoni dei ricchi, come abbiamo capito noi che abbiamo tagliato i servizi per i poveracci.</div><div style="text-align: justify;">Se arriva un capo di un altro governo in visita, che ne so… un dittatore africano, per esempio, non gli baciano le mani e non gli mettono a disposizione la propria capitale. Pensate come sono inospitali!</div><div style="text-align: justify;">E non gli regalano neanche le motovedette per fargli sparare sui propri pescatori.</div><div style="text-align: justify;">E, udite udite! Se gli uomini della destra di quei paesi sono sfiorati, semplicemente sfiorati, da un’accusa o da uno scandalo, non si mettono a gridare alla persecuzione giudiziaria dei giudici comunisti, ma, cosa inaudita, si dimettono dalle loro cariche.</div><div style="text-align: justify;">E sono talmente ingenui che credono che i comunisti non esistano più.</div><div style="text-align: justify;">Poi, diciamolo, quella destra lì, quella fuori d’Italia non ha gusto estetico.</div><div style="text-align: justify;">Quando si tratta di scegliere i membri del parlamento o del governo, sceglie in base solo alla competenza, inaudito. E così si ritrovano compententissimi professori strabici e con la pancetta invece di splendide ragazze appena uscite da un programma televisivo.</div><div style="text-align: justify;">Pensate che fanno ministri della cultura persone che sanno cos’è la cultura, invece di servi devoti che scrivono poesie idiote.</div><div style="text-align: justify;">Magari sono pure razzisti. I poveri nani da giardino li lasciano in giardino e non li fanno mai ministri.</div><div style="text-align: justify;">Ma è chiaro che è normale che in Europa le cose vadano diversamente. Qui in Italia, cioè in Africa del Nord-Nord, la destra ha capito come si deve governare.</div><div style="text-align: justify;">Hanno capito tutto e infatti li votiamo.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Io non mi sento italiano<br />
ma per fortuna o purtroppo lo sono</div><br />
cantava il già citato e sempre rimpianto Giorgio Gaberscik in arte Giorgio Gaber.Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-70814355035751178522010-09-18T04:42:00.001-07:002010-09-18T04:42:52.242-07:00IpocrisiaAngela Napoli, deputata di Futuro e Libertà e componente della commissione parlamentare antimafia, ha dichiarato in una intervista: “Non escludo che senatrici o deputate siano state elette dopo essersi prostituite”. <br />
<div style="text-align: justify;">Per Flavia Perina, direttrice de Il Secolo, Angela Napoli “è caduta in una trappola”.</div><a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha dichiarato: “Mi auguro che l’onorevole Angela Napoli ammetta la gravità delle sue parole e se ne scusi”.</div><div style="text-align: justify;">E queste sono state le reazioni della sua parte politica.</div><div style="text-align: justify;">Immaginatevi le reazioni delle onorevoli del PdL.</div><div style="text-align: justify;">In verità Angela Napoli ha sbagliato. Ha sbagliato perché ha detto, senza fare nomi, una verità che sicuramente in parlamento conoscono tutti o quasi, nomi compresi. E la conosceranno anche le onorevoli del PdL che hanno subito protestato, magari non riguarda loro, ma questa ipocrisia di denunciare non la pratica scandalosa, ma la denuncia di questa pratica, se la potevano risparmiare.</div><div style="text-align: justify;">Ma la verità in politica non è ammessa. È uno scandalo. Angela Napoli ha quindi dato scandalo.</div><div style="text-align: justify;">Si parlava nell’intervista della nostra mostruosa legge elettorale che toglie ai votanti, cioè a noi, la possibilità di scegliere gli eletti attraverso le preferenze.</div><div style="text-align: justify;">Sono quindi possibili scambi di favori non pensabili in qualsiasi altra democrazia. Il capo di un partito può garantire un seggio anche al suo pappagallo, ammesso che lo abbia, collocandolo in lista al posto giusto, figurati se non lo può fare per una giovane donna.</div><div style="text-align: justify;">Certo il sospetto non riguarda… che so, per fare un nome a caso… il leader del nostro maggior partito. Chi potrebbe mai pensarlo…</div><div style="text-align: justify;">Angela Napoli ha sbagliato anche parlando solo della prostituzione delle donne e ignorando il fenomeno numericamente più esteso, anche se non ha niente a che vedere col sesso, della prostituzione degli onorevoli maschi.</div><div style="text-align: justify;">E qui i nomi sono noti a tutti.</div><div style="text-align: justify;">Ma evidentemente questa deve essere lecita se il leader supremo del PdL promette agli eventuali finiani pentiti la sicura rielezione.</div><div style="text-align: justify;">Io non capisco come il popolo italiano possa sopportare l’oltraggio di essere espropriato del diritto di vedersi rappresentato in parlamento dagli uomini e dalle donne scelti da lui, ma debba ritrovarsi figuri che nessuno si sognerebbe mai di votare in base al loro curriculum e alla loro personalità.</div><div style="text-align: justify;">Per fare un esempio, immaginatevi di essere un elettore della coalizione di governo, del PdL. Alle elezioni del 2008 avreste mai votato per Capezzone, che fino a poco tempo prima era segretario dei radicali e diceva, specie sui temi laici, l’esatto contrario di quello che dice ora da portavoce del PdL? Oppure per una giovane avvenente fanciulla senza alcuna esperienza politica oppure per un condannato per mafia?</div><div style="text-align: justify;">No, voi avete votato per il PdL perché corrisponde alle vostre idee politiche. Giusto, ma ora a rappresentarvi in parlamento c’è Capezzone, l’avvenente fanciulla e Marcello Dell’Utri. E non credo che siano tanti gli italiani che hanno piacere ad essere rappresentati da uno che sostiene che il mafioso omicida Mangano era un eroe. Nemmeno tra quelli di destra. A quelli che non sono d’accordo con Dell’Utri non resta nemmeno la consolazione di dire: “Sì, è stato eletto, ma io ho votato per un altro”.</div><div style="text-align: justify;">No, se avete votato per il suo partito non lo potete dire.</div><div style="text-align: justify;">E questo discorso non vale solo per la destra. No, vale per gli elettori di tutti i partiti, sinistra inclusa.</div><div style="text-align: justify;">Ormai da anni gli italiani sono stati derubati del diritto di votare per chi vogliono.</div><div style="text-align: justify;">E questo diritto è un diritto fondamentale della democrazia.</div><div style="text-align: justify;">Quindi in Italia, se la democrazia esiste ancora, e cominciamo a dubitarne, è una democrazia imperfetta.</div><div style="text-align: justify;">Credo che sia arrivato il tempo di aprire le nostre finestre e urlare:</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><strong>SONO INCAZZATO NERO </strong></div><div style="text-align: center;"><strong>E </strong></div><div style="text-align: center;"><strong>TUTTO QUESTO NON LO SOPPORTERÒ PIÙ</strong></div><div style="text-align: center;"><br />
</div>Angela Napoli l’ha fatto.Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-82998200217009868502010-09-08T10:13:00.000-07:002010-09-08T10:13:01.014-07:00Arridategli le escortIl popolo italiano è un popolo tradizionalista. <br />
Certo negli ultimi cinquanta anni ho visto cambiare molte cose, molti usi e molti costumi, ma lentamente e, di solito, seguendo con qualche anno di ritardo gli usi e costumi degli USA. Il che, per la verità, non depone molto bene.<br />
Ma una sola cosa è rimasta immutata fino a poco tempo fa. <br />
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Le ferie della politica. <br />
Che io ricordi, nei miei troppi anni, mai nessun uomo politico nel mese di agosto ha mai rilasciato alcuna dichiarazione. E, noi poveracci, ci potevamo illudere per un mese che, buoni o cattivi che fossero, a seconde delle nostre preferenze politiche (se ne avevamo) gli uomini politici non esistessero più o perlomeno, più realisticamente, avessero momentaneamente smesso di dire le solite cavolate.<br />
E i giornali erano liberi di occuparsi di ondate di caldo e improvvise alluvioni, di ingorghi all'andata e di mega ingorghi al ritorno delle vacanze o più giustamente di quello che succede nel mondo, perchè nel mondo, come diceva mio zio Camillo buonanima, di cose ne succedono e tanta gente sta male e muore senza un trafiletto nei nostri quotidiani, di solito impegnati negli altri mesi a dire che cosa l'onorevole Tizio, capo indiscusso di un partito che rappresenta ben il 2.7%, aveva risposto all'onorevole Caio, leader di minoranza di un partito di poco maggiore.<br />
Ma quest'anno questa meravigliosa tregua è finita e non credo proprio che gli italiani tradizionalisti come sono abbiano gradito.<br />
Le prime pagine sono ogni giorno per le dichiarazioni del nostro capo di governo, le dichiarazioni dell'onorevole Bossi capo della Lega e le reazioni dei fininiani e dell'opposizione alle dichiarazioni dell'onorevole Berlusconi.<br />
A Bossi non gli risponde mai nesssuno, tanto ormai tutti hanno capito che chiunque lui decida di insultare durante la sagra della polenta a Pirlia Padana di Sotto, il suo vero scopo è andare subito alle elezioni per fottere i voti al suo carissimo amico Berlusconi.<br />
E' chiaro comunque che tutto nasce dalle dichiarazioni di Berlusconi e degli uomini che gli sono più vicini (a proposito come mai non ci sono mai le dichiarazioni dello psichiatra di Berlusconi? Non mi dite che non ce l'ha. Non ci credo.) . Se loro non dicessero niente gli altri non avrebbero niente da replicare.<br />
Eppure Berlusconi come capo del governo ce lo abbiamo da quaranta anni (o almeno così tanti sembrano alla gente come me) e mai in agosto aveva rotto i marroni degli uomini e delle donne italiane (certo, anche le donne hanno i marroni, non lo sapevate?).<br />
Quindi cosa è successo di differente quest'anno dagli anni passati?<br />
E' successo che gli altri anni Berlusconi si faceva le sue meritate ferie in Sardegna, lontano da sua moglie, e circondato dalle sue amiche, dalle sue giovani amiche (Pensateci un momento, avete mai visto Berlusconi in compagnia di una sua coetanea, magari una bella signora? A noi invece succede spesso di uscire con donne della nostra età, quasi sempre nostra moglie. Del resto le altre mica ci vogliono!).<br />
Poi dopo il casino che è successo con le escort, con relativo sputtanamento, ormai pure uno ardito come Berlusconi ci deve andare piano nelle sue frequentazioni. Quindi con chi si vede? Con gente come il ministro Bondi o come il ministro La Russa.<br />
E, diciamolo chiaramente chi mai al mondo passerebbe volentieri le ferie con tipi come Bondi e La Russa? Certamente neanche le loro mogli che, ogni volta che se li vedono per casa, dicono loro:<br />
Caro, perchè non vai a vedere come sta il povero Silvio?”<br />
La conclusione di tutto questo è che il povero Silvio, non potendo passare le ferie d'agosto come al suo solito, per evitare di fare la fine del ragazzino ripescato con le mani nella marmellata (e nella similitudine le mani c'entrano, ma la marmellata no) ha deciso di rinunziare alle ferie e quindi fa il suo solito lavoro: insulta gli avversari e spara alla Costituzione della Repubblica Italiana.<div style="width: 250px; height: 250px; clear: right; float: right; margin: 2em 0 2em
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</div>Allora io propongo per il bene di tutti gli italiani, Bossi escluso, che il popolo italiano si scordi dello scandalo delle escort e lasci libero Silvio di farsi le vacanze che preferisce. <br />
Insomma voltiamoci tutti dall'altra parte e facciamoci i fatti nostri e non quelli del cavaliere Berlusconi anche se è il capo del nostro governo.<br />
In poche parole: ARRIDATEGLI LE ESCORT.<br />
Tanto le paga lui mica le paghiamo noi... o no?<br />
Dopo la legge sulla Mondadori mica siamo tanto sicuri di chi paga.<br />
Ma, per favore, ridategliele lo stesso.Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-18809233583532785662010-08-11T04:32:00.000-07:002010-09-09T02:48:42.766-07:00Un maledetto imbroglio: l' Afghanistan<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhgGu6gS72egzwVgVM_-TkMkvs9tB4uUtckOkAJ-ATiMh0wkJ-Q-w6aSN4uI44Xa8UZa7mt3oaOJJS0EyFgjb-_9PLSr3_8wNbBpqCUlv7-5jaYOq9ykMb4s4LOnMO9FcUtxUdNJhGqbM/s1600/afghanistan9.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhgGu6gS72egzwVgVM_-TkMkvs9tB4uUtckOkAJ-ATiMh0wkJ-Q-w6aSN4uI44Xa8UZa7mt3oaOJJS0EyFgjb-_9PLSr3_8wNbBpqCUlv7-5jaYOq9ykMb4s4LOnMO9FcUtxUdNJhGqbM/s320/afghanistan9.jpg" /></a></div>Quasi mai nel nostro mondo le cose vanno come ci si aspetta.<br />
La guerra sporca di Bush contro l’Iraq, nata tra tante giuste polemiche, e basata coscientemente su informazioni fraudolente, le armi di distruzione di massa mai esistite e il coinvolgimento dell’Iraq nell’attentato dell’11 settembre, si sta avviando, sia pure ancora sanguinosamente, verso una fine che garantirà, non si sa per quanto, una relativa calma in quello stato. <br />
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Invece la guerra in Afganistan, che quando è iniziata godeva di largo consenso si sta trasformando per l’America e i suoi alleati, tra i quali ci siamo pure noi, in un rebus insolubile, in un nuovo Vietnam.<br />
Forse sarebbe utile ricordare come tutto è cominciato.<br />
Finita la seconda guerra mondiale e ritirati gli Inglesi dall’India divenuta indipendente, l’Afganistan riacquista la sua autonomia.<br />
A quei tempi l’Afganistan è una monarchia. Sul trono Mohammed Zahir Shah (1914 – 2007). Il paese è arretrato. ma non più di altri di quella zona dell’Asia e il re introduce gradualmente riforme per modernizzarlo. Mentre il re si trova in Italia, il 17 luglio 1973 il cugino del re e ex primo ministro, Mohammed Daoud Khan, organizza un golpe incruento e scrive la parola fine sulla monarchia in Afghanistan.<br />
Nell’aprile del 1978 un nuovo colpo di stato porta al potere il Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan (PDPA), d'ispirazione marxista-leninista. Leader è Nur Mohammad Taraki. Taraki mise subito in atto un programma di stampo socialista, che prevedeva una grande riforma agraria e importanti innovazioni di stampo laico: tra le altre cose veniva riconosciuto il diritto di voto alle donne, si vietava l’uso del burqa afgano (l’abito che copre testa e corpo, con una retina all'altezza degli occhi) e si avviava un’importante campagna di scolarizzazione che comprendeva anche le bambine spesso escluse dall’istruzione. C’erano anche nel programma misure contro la piaga dell’usura, la proibizione dei matrimoni combinati. che rendevano le donne afgane oggetto di scambi economici e, curiosamente, l’obbligo per gli uomini di tagliarsi la barba. Anni dopo i talebani avrebbero imposto l’esatto contrario.<br />
Le nuove riforme incontrarono l’opposizione netta delle gerarchie religiose. <br />
Come anche noi occidentali ben sappiamo, il potere religioso non ama le riforme che possono rendere il popolo più libero e soprattutto più istruito. specialmente se l’istruzione riguarda le donne, nelle quali, parliamoci chiaro, molte religioni, lo ammettano o no, vedono una stretta parentela col diavolo. Fu organizzata una opposizione armata guidata da i mujaheddin (combattenti per la fede), contro il nuovo regime di Taraki.<br />
Il programma di Taraki potrebbe oggi sembrare ai nostri lettori abbastanza condivisibile. In realtà si trattava di migliorare e liberalizzare le condizioni di vita del popolo afgano soprattutto attraverso la riforma agraria e le leggi che davano alle donne i diritti fino allora negati. Ma il governo godeva dell’appoggio sia pure riluttante dell’Unione Sovietica (che avrebbe preferito un governo ancora più vicino ai suoi interessi e alle sue ideologie; Taraki si rifiutò di definire il suo stato come repubblica comunista, preferendo aggettivi come "rivoluzionario" e "nazionalista". Gli stessi rapporti con l'Urss si limitarono ad accordi di cooperazione commerciale per sostenere la modernizzazione delle infrastrutture economiche in particolar modo le miniere di minerali rari e i giacimenti di gas naturale). Ma per l’America al di là dei programmi era importante dar fastidio all’Unione Sovietica.<br />
L’idea americana era che il nemico del mio nemico è mio amico.<br />
Il tempo e la storia dimostrarono quanto questo assioma fosse sbagliato. <br />
I mujaheddin furono riforniti di grandi quantità di armi, le stesse che anche oggi vengono impiegate contro le forze alleate.<br />
Gli americani non furono i soli ad aiutare i mujaheddin. Un saudita molto facoltoso di nome Osama Bin Laden fu un importante organizzatore e finanziatore dei mujaheddin; il suo Maktab al-Khadamat (MAK) (Ufficio dei Servizi) convogliò soldi, armi, e combattenti musulmani provenienti da tutto il mondo in Afghanistan, con l'assistenza e il supporto dei governi statunitense, pakistano e saudita. Nel 1988, Bin Laden lasciò il MAK assieme ad alcuni dei suoi membri più militanti per formare Al-Qaida, allo scopo di espandere la resistenza anti-Sovietica in un movimento fondamentalista islamico.<br />
Ricordiamo che non era mai esistito prima un gruppo fondamentalista islamico, l’Afganistan fu l’occasione e sicuramente nel reclutamento pesò il problema palestinese, il dramma del popolo palestinese, malgrado che in Medio Oriente il problema religioso era sempre stato in secondo piano.<br />
Quello che avvenne dopo è noto a tutti. L’URSS invase l’Afganistan andando incontro al suo personale Vietnam. Ritiratesi le forze sovietiche, i vincitori si spaccarono in due fazioni: l’Alleanza del nord e i Talebani, gli studenti delle scuole coraniche. I Talebani prevalsero instaurando il loro regime oscurantista.<br />
Grandi sono le colpe degli USA e dell’ex URSS. I russi non si son contentati di Taraki, hanno malvisto la sua politica di relativa indipendenza, incoraggiando di fatto le congiure che son sfociate nel suo assassinio. Una volta invaso l’Afganistan hanno reagito alla resistenza con crudeltà almeno pari a quella degli insorti afgani.<br />
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, l’incolpevole Obama si trova a pagare per la politica priva di qualsiasi etica dei suoi predecessori, che hanno sempre ostacolato i tentativi per una società più giusta nelle piccole nazioni, preferendo spesso a degli uomini intenzionati a far raggiungere al loro paese una migliore e più giusta condizione sociale, impresentabili insorti che combattevano perché tutto restasse come era oppure grandi e piccoli, e spesso sanguinosi, dittatori. Lo stesso Saddam è stato per molti anni l’amico degli americani.<br />
Non parliamo poi della mancanza di lungimiranza evidenziata nell’armare quelli che poi sarebbero diventati loro nemici. Eppure gli esperti dovevano ben sapere che nel Medio Oriente era aperta la piaga palestinese, che poteva sfociare come poi è sfociata nel pretesto per una guerra santa, che era poi l’ultima cosa che anche l’OLP voleva. Ma questo è un altro discorso. Tutti sappiamo che Israele dipende da sempre dagli aiuti americani, ma l’America, anche per un calcolo elettorale interno, non è mai riuscita o non ha mai voluto imporre, quando era ancora possibile, a Israele una pace giusta che, certamente, salvaguardasse il diritto di Israele di esistere come stato (e ci mancherebbe altro che dopo quello che è successo sotto il nazismo!), ma garantisse nel contempo i diritti del povero popolo palestinese. <br />
Oggi nel paese gli americani e i loro alleati non intravedono possibilità di vincere la guerra e nemmeno di andarsene dignitosamente. Il governo corrotto e debole di Hamid Garzai non resisterebbe dopo il ritiro delle forze Nato come avvenne per il regime sudvietnamita di Saigon dopo il ritiro degli americani, con la differenza che il ritiro dal Vietnam avvenne davanti a forze che combattevano da decenni per l’indipendenza e che con la loro lotta godevano di molte simpatie nel mondo e negli stessi Stati Uniti, mentre qua a subentrare sarebbero i feroci Talebani che hanno già mostrato negli anni passati il loro modo di governare. L’eco di un abbandono e di una sconfitta sarebbero immensi, specie nel mondo arabo, rinforzando gli estremisti e penalizzando le forze moderate e ragionevoli.<br />
Ma questa guerra non si può vincere. In questo momento larghi strati della popolazione sono contro le forze alleate sia per la rabbia destata dai frequenti massacri dei civili in attacchi troppo generalizzati, sia soprattutto per la paura di opporsi alle forze talebane che di fatto comandano in molte zone del paese. <br />
Ed è impossibile vincere anche per l’ambiguità dei servizi segreti pakistani da sempre infiltrati dagli estremisti islamici. I veri santuari dei Talebani, e a quanto sembra dello stesso Bin Laden, sono tutti nel Pakistan che sulla carta è da sempre un alleato degli americani.<br />
E’ triste ammettere che, al momento, non ci sono soluzioni. Le forze Nato non possono restare in Afganistan in eterno, ci sono tante pressioni, nei paesi che forniscono gli uomini, per il costo di questa guerra, specie in vite umane. Ma non possono neanche andare via e lasciare la popolazione in balia dei fanatici Talebani. Il massacro dei dieci medici di una Ong, in Afganistan per aiutare la popolazione, avvenuto nei primi giorni di agosto, testimonia, ancora una volta, la loro ferocia.Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-11290767778111736022010-08-11T04:25:00.000-07:002010-08-11T04:25:08.968-07:00Tormenti di scrittore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEYcwsQInvg-I1_XhCOA9fHktpFBv8B4NNkSRylw8nXqhbg3pCKZajPPf_PjnRF8ecYKucX5AbP0eygz-RS3SsRJboJsj5qaTDwCBxOzIS7B-StZURIxcDVZlH7e4h6GByKCaWNskfj7I/s1600/snoopy0.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="171" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEYcwsQInvg-I1_XhCOA9fHktpFBv8B4NNkSRylw8nXqhbg3pCKZajPPf_PjnRF8ecYKucX5AbP0eygz-RS3SsRJboJsj5qaTDwCBxOzIS7B-StZURIxcDVZlH7e4h6GByKCaWNskfj7I/s200/snoopy0.png" width="200" /></a></div>…tornare indietro nel tempo, ambientare il romanzo al principio degli anni cinquanta in America.<br />
Sulla costa Ovest a San Francisco oppure a Los Angeles. Magari meglio a Los Angeles. A Los Angeles c’è Hollywood.<br />
Che cosa possiamo fare succedere a Los Angeles e a Hollywood all’inizio degli anni cinquanta?<br />
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L’investigatore come sarà? Probabilmente non fa parte della Polizia, è un Detective Privato… magari prima era nella Polizia… forse non gli andava di ubbidire agli ordini… oppure è successo qualcosa… comunque adesso lavora, quando lavora, per cinquanta dollari al giorno più le spese.<br />
<br />
Beve troppo… devo trovare la ragione perché beve troppo… il suo ufficio è sporco e in disordine… anzi, per risparmiare, usa il suo ufficio anche per dormire… ma non è un ufficio grande, l’anticamera e una stanza, quindi nella stanza c’è un divano letto… chiuso da uno sportello c’è un fornellino elettrico… lo usa solo per farsi il caffè… quelle brodaglie americane… e la caffettiera la tiene insieme al caffè, nello schedario dei clienti, insieme ad una bottiglia di whisky e a due bicchieri… niente zucchero per il caffè, lo prende nero ed amaro e tanto non lo offre mai a nessuno…<br />
<br />
<br />
<br />
…e proprio mentre si sta scervellando, inutilmente, su come trovare i soldi, gli telefona un Produttore, uno importante.<br />
<br />
Il Detective ci va malvolentieri, odia l’ambiente di Hollywood… anni prima è successo qualcosa… forse era innamorato di un’Attrice, lei lo ha piantato e lui ha cominciato a bere troppo… no, ho trovato! Suo Fratello è stato ucciso ad Hollywood… lavoravano insieme ad un’indagine, anzi era il Fratello che lavorava ad Hollywood, lui in quel momento si stava occupando di un altro caso…<br />
<br />
<br />
<br />
…mentre il Fratello stava assistendo alle riprese di un film, qualcuno l’ha ammazzato, gli hanno sparato con pallottole vere, mentre in scena si sparava con pallottole a salve… e sul momento non se ne è accorto nessuno… oppure qualcuno l’ha ucciso facendogli cadere sopra qualcosa dall’alto… questo mi pare più originale… gli è caduto sopra un pianoforte! E non si è mai trovato il colpevole… è per questo che il Detective beve troppo…<br />
<br />
<br />
<br />
…ci va malvolentieri, ma ci va.<br />
<br />
Ha bisogno di soldi.<br />
<br />
Ha un urgente bisogno di soldi. Perché… perché… non ha un cliente da due mesi e la sua Donna, che lavora in un locale notturno oppure fa la cassiera o la barista in un bar, così è più squallido… magari la cassiera e la barista insieme… la sua Donna ha preso dei soldi dalla cassa del bar per prestarglieli e li deve rimettere a posto prima della verifica mensile… mancano cinque giorni…<br />
<br />
<br />
<br />
…così, finalmente, la bionda dalle lunghe gambe, la Segretaria lo fa entrare nell’ufficio del Produttore, grande dieci volte il suo ufficio.<br />
<br />
Il Produttore comincia a…<br />
<br />
<br />
<br />
…e gli dice che hanno sotto contratto un nuovo Attore Comico su cui hanno puntato molto.<br />
<br />
Ma da un po’ di tempo l’Attore non è più brillante come al solito… sul set non ci sta con la testa… sbaglia spesso le battute.<br />
<br />
Il Produttore pensa che abbia dei guai con la moglie, una Cantante in un locale notturno, probabilmente lei lo tradisce, e perciò non sarebbe male, se è vero, farlo sapere all’Attore… un taglio netto, un divorzio potrebbe risolvere la questione… tanto peggio di così…<br />
<br />
“E se invece lei si sbaglia e la signora è casta e pura?”<br />
<br />
“Vuol dire che cercheremo da qualche altra parte per capire perché quel maledetto stronzo non fa più ridere dopo che gli abbiamo fatto un contratto da cinquecentomila dollari per quattro film!<br />
<br />
Quello che voglio da lei è sapere, con assoluta sicurezza, se la moglie si dà da fare con qualcuno.<br />
<br />
E se è così, voglio le prove da mostrare al marito. Naturalmente, lei ha una macchina fotografica…”<br />
<br />
Naturalmente, la macchina fotografica potevo sempre disimpegnarla con i soldi dell’anticipo che stavo per chiedere…<br />
<br />
<br />
<br />
…quello stronzo mi ha dato solo duecento dollari di anticipo, cinquanta mi servono per ritirare la macchina fotografica al banco pegni, ne restano centocinquanta.<br />
<br />
Nella cassa del bar dobbiamo rimetterne duecentocinquanta…<br />
<br />
Mi devo sbrigare a risolvere tutto al più presto, per incassare gli altri duecento che lo stronzo mi ha promesso.<br />
<br />
<br />
<br />
A questo punto il Detective va nel locale notturno dove si esibisce la Cantante…<br />
<br />
<br />
<br />
.. perché di Pupe in vita mia ne ho viste… e, certamente, nessuno si può permettere di dire che il sottoscritto è di bocca buona, ma quella… Signore Iddio… per quanto riguarda il canto… la canzone era una storia caramellosa… e la sua voce non era niente di speciale… ma ditemi quale fesso, vedendola, avrebbe mai fatto caso alla voce… e poi c’era anche come la cantava, tu non sentivi le parole cretine della canzone… ti sembrava di udirne altre rivolte solo a te, le parole che ti sarebbe piaciuto sentirti dire… perché c’erano almeno cinquanta uomini in quel locale ed io sono convinto che ognuno di loro pensasse, come me, in quel momento, che lei cantava soltanto per lui…<br />
<br />
…ed il Gorilla, trovandolo a spiare coll’occhio nel buco della serratura del camerino della Cantante, lo butta fuori dall’uscita di servizio, in un vicolo in mezzo ai bidoni della spazzatura.<br />
<br />
Ma il Detective è deciso a fotografare la Cantante insieme all’uomo che ha visto entrare nel suo camerino e a scoprire quali sono i loro rapporti.<br />
<br />
Si arrampica per la grondaia fino alla finestra del piano rialzato…<br />
<br />
Tombola! Prima parlavano, io ho cominciato a scattare fotografie dell’uomo per poterlo poi identificare… un Tardone curatissimo che mandava un profumo di dollari tale da vincere anche, nonostante il vetro della finestra che c’era tra di noi, la puzza di spazzatura che saliva dal vicolo… quindi il Tardone si è scocciato di parlare e l’ha baciata… niente di eccezionale, io avrei fatto mille volte meglio… ho avuto il tempo di scattare loro tre foto prima che quella stramaledetta grondaia non cedesse di schianto… sono caduto di nuovo in mezzo alla spazzatura… i tubi delle grondaie non sono più quelli di una volta…<br />
<br />
…e porta subito le fotografie al Produttore, il quale, quando le vede, riconosce subito il Tardone, è il proprietario del terreno dove sorgono gli Studios, uno ricco sfondato.<br />
<br />
Fa chiamare l’Attore, gli offre da bere (l’Attore rifiuta perché non beve) e poi gli mostra le fotografie.<br />
<br />
L’Attore la piglia male e si scola mezza bottiglia.<br />
<br />
Il Detective chiama da parte il Produttore, si fa pagare e se ne va.<br />
<br />
…là, proprio in prima pagina, il titolo centrale con tanto di fotografie: hanno fatto fuori il Tardone con quattro colpi di rivoltella.<br />
<br />
La Polizia interroga a lungo il Detective, questi torna a casa e trova ad aspettarlo l’Attore che tutta la Polizia sta cercando.<br />
<br />
L’Attore gli dice che è innocente, che non ha ucciso lui il Tardone… bussano… è la Polizia…<br />
<br />
<br />
<br />
Me ne sono accorto vedendo la televisione, proprio io che la televisione non la guardo mai!<br />
<br />
Un dramma! Un dramma!<br />
<br />
UN DRAMMA!<br />
<br />
Veramente, assolutamente, un dramma!<br />
<br />
È una vergogna, mi hanno copiato la storia… anzi l’avevano scritta prima… cioè, mi hanno copiato prima che la scrivessi… insomma la storia che sto scrivendo è già stata usata.<br />
<br />
È una vergogna!<br />
<br />
Quanto lavoro perduto!<br />
<br />
Ci hanno fatto un film con la mia storia… un mezzo cartone animato… che si chiama… che si chiama… ecco:<br />
<br />
<b>Chi ha incastrato Roger Rabbit</b><br />
<i><br />
Tratto da TUTTI COLORI DEL GIALLO opera inedita</i><br />
<i>Pubblicato su LetterMagazine (<a href="http://www.lettermagazine.it/?p=7468">http://www.lettermagazine.it/?p=7468</a>)</i>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-53037277376144872712010-08-11T04:09:00.000-07:002010-08-11T04:09:54.376-07:00Una generosa offerta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkhle27mJjEtXGGe1xBo-Ult3045r8EbSP7mELGxovB3t3QEq5XbeM0VNW55hW6Ufq2F0J-VkaGCqYfNwh_JAKmLyEYWDzboAeydvH8Opz76jKpYD4h_tIH-QngynCZfl8G5jzVDWRx80/s1600/letteraThumbnail.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkhle27mJjEtXGGe1xBo-Ult3045r8EbSP7mELGxovB3t3QEq5XbeM0VNW55hW6Ufq2F0J-VkaGCqYfNwh_JAKmLyEYWDzboAeydvH8Opz76jKpYD4h_tIH-QngynCZfl8G5jzVDWRx80/s320/letteraThumbnail.png" /></a></div>Difetto s. m. Mancata compiutezza, sufficienza o efficienza di qualcosa, mancanza, carenza, scarsità. DIZIONARIO DEVOTO-OLI<br />
<br />
Di difetti come tutti io ce ne ho tanti. Magari non tutti quelli che mi rinfaccia mia moglie, ma difetti ce ne ho. E non intendo negarlo. Ma bisogna pure dire che quello che per qualcuno è un mio difetto, per altri può essere un pregio. Specialmente se si parla di posizioni politiche. Ed è naturale che sia così.<br />
<a name='more'></a><br />
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</script></div><br />
Faccio un esempio. Quei pochi che leggono i miei editoriali sul web sembrano apprezzare le mie idee sulla politica e quindi non le considerano certo un mio difetto. Ma tra quei pochi c’è pure qualcuno che la pensa diversamente e mi accusa di avere il difetto di odiare Berlusconi.<br />
Ho già detto all’inizio che intendo ammettere i miei difetti, ma non posso farmi carico di quelli che non ho. Io Berlusconi non lo odio. Certo nemmeno lo amo e mi fa schifo pensare di passare una notte nel lettone di Putin, ma questo è normale, ho saputo da fonte certa che farebbe ancora più schifo a lui.<br />
Ma non lo odio. Io sono capace di odiare, è un mio difetto, ma non odio Berlusconi. Non è stato mica Berlusconi a decidere di tramutare il campo da tennis che confina con casa mia in campo di calcetto per i due mesi estivi e ad autorizzare partite dalle 19 alle 24 con relative trombette.<br />
Io ODIO lo stronzo che ha permesso che la mia vita per i mesi estivi, che attendo con ansia, io odio il freddo, diventasse un inferno con le finestre chiuse. Ma l’anno prossimo andrà diversamente, voglio imparare tutte le maledizioni vudù a costo di fare un mutuo per andare ad Haiti.<br />
No, Berlusconi non lo odio. E per dimostrarlo gli voglio fare una generosa offerta.<br />
Certo tutti ricordano che il 4 maggio il Ministro per lo sviluppo economico Scajola è stato costretto a dare le dimissioni perché alcuni bontemponi gli avevano fatto lo scherzo di pagare la casa che si era comprato senza dirgli niente.<br />
Il povero Berlusconi, che ha già tanti impegni, si è assunto allora il compito di accollarsi ad interim (e già la parola interim cosi somigliante a Inter fa capire come lo abbia fatto malvolentieri) il Ministero per lo sviluppo economico.<br />
Certo, lo sviluppo economico in Italia in questo periodo ce lo sogniamo, quindi di lavoro non doveva essercene tanto.<br />
Ma Silvio (dai, diamoci del tu! Mi puoi chiamare Gianni) lo ha fatto malvolentieri anche perché alcune decisioni del suddetto ministero avevano a che fare con le sue aziende. E sappiamo tutti come Silvio sia sensibile al conflitto di interessi.<br />
Lo ha capito pure il presidente Napolitano che lo ha esortato a levarsi al più presto quel peso nominando un altro ministro.<br />
Ma voi ci crederete? Il povero Silvio non ha trovato assolutamente nessuno che volesse fare il ministro al posto suo. E pensare che qualcuno doveva pure averlo sott’occhio se il 23 luglio aveva annunziato che entro una settimana avrebbe nominato il nuovo Ministro per lo sviluppo economico. Ma evidentemente quel qualcuno si è tirato indietro all’ultimo momento, povero Silvio.<br />
E allora anche per provare che il mio odio per Berlusconi è una leggenda, voglio fare una proposta.<br />
Caro Silvio, se tu vuoi, il Ministro per lo sviluppo economico lo faccio io! Sì, certo non ho una grande competenza in merito, ma non dovrebbe essere un problema, se no Bondi che ci sta a fare ai Beni Culturali?<br />
Così pure vengo a stare a Roma al ministero che sicuramente avrà l’aria condizionata e mi allontano da questo casino che è diventato l’ex campo da tennis del mio complesso.<br />
<br />
P.S. = Siccome di maligni ce ne sono tanti, ci tengo a dichiarare fin da adesso che questa mia offerta non ha niente a che vedere con lo stipendio di Ministro (a proposito quanto è?) e nemmeno col fatto che ho un mutuo da pagare e mia moglie è disoccupata da tre anni e mi gira pure sempre per casa criticandomi e lavando tutto quello che le capita sotto mano, quando non va trovare la sua mamma.<br />
No, io lo faccio per dimostrare al caro Silvio che non lo odio.<br />
<br />
<i>Pubblicato su CentoMovimenti (http://www.centomovimenti.com/2010/agosto/04_gm.htm) </i>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-76728029298264135142010-08-11T04:06:00.000-07:002010-08-11T04:06:27.507-07:00L' uomo delle statistiche<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuaRhOhOqZrQQjeUd4-vFiMrm9N4QH7tfwTyQ8KEb88QkWh6VJw8tb8M-pPmTo_4_c5gbBZO7Tb4TNXAO-kQhdw-3ILi_uQBc-QNFVLgZLPBotpJTXXEQzuc17PVUGEoUDEe1Lh0s1B78/s1600/statistiche.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuaRhOhOqZrQQjeUd4-vFiMrm9N4QH7tfwTyQ8KEb88QkWh6VJw8tb8M-pPmTo_4_c5gbBZO7Tb4TNXAO-kQhdw-3ILi_uQBc-QNFVLgZLPBotpJTXXEQzuc17PVUGEoUDEe1Lh0s1B78/s200/statistiche.png" width="200" /></a></div>Statistiche.<br />
Soltanto statistiche.<br />
Sì, noi ci affanniamo, ne combiniamo di tutti i colori, nel bene e nel male, ma alla fine tutte le nostre azioni non possono che portarci a essere dei numeri di una qualche statistica.<br />
E non dico questo soltanto perché le statistiche sono sempre state il mio lavoro, oltre che la mia passione.<br />
La mia passione fin da ragazzo, quando in classe chiedevo ai miei compagni cosa mangiavano a merenda, per volgere le loro risposte in percentuali.<br />
<a name='more'></a><br />
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E in questa passione li avevo coinvolti a tal punto che si affrettavano a segnalarmi i cambiamenti delle loro abitudini.<br />
<br />
Ricordo che il partito della Nutella col 58% surclassava il pane, burro e marmellata fermo al 23%.<br />
<br />
Così dopo la mia laurea in Scienze Statistiche, mi parve naturale – sfruttando i soldi, non troppi per la verità, che i miei mi avevano lasciato, concludendo in un incidente d’auto una vita statisticamente molto più breve di quella che le statistiche di quel tempo prevedevano per loro – fondare una piccola ditta che si occupava di ricerche di mercato.<br />
<br />
Ma se pure il lavoro non mancava i soldi non bastavano mai, c’erano sempre problemi economici e io che, stranamente, non avevo nessuna attitudine per l’economia, anzi, per essere più precisi non avevo nessuna attitudine per qualunque cosa che non fossero le statistiche, non riuscivo a venirne a capo.<br />
<br />
Allora mi presi un socio, un mio amico con un sacco di grana disposto a rischiarne una piccola parte, Luigi Pistacchi, e gli affidai il completo controllo degli affari, libero finalmente di occuparmi delle mie amate statistiche.<br />
<br />
La Cigibase, così l’avevo chiamata dalle mie iniziali, sotto la gestione di Luigi Pistacchi si espanse e cominciò a produrre utili.<br />
<br />
Dopo undici mesi di utili mi trovai fuori dalla mia creatura, estromesso dalla ditta che io stesso avevo fondato, che portava le mie iniziali come nome e continuò a portarle anche quando io non ne facevo più parte.<br />
<br />
Era successo che Luigi Pistacchi mi aveva fatto firmare (naturalmente io non leggo mai quello che firmo), quando era entrato nella ditta, un accordo che prevedeva tra le altre cose una clausola, scritta in un linguaggio incomprensibile per i comuni mortali (nel caso io mi fossi preso il disturbo di leggerla), che gli dava diritto di rilevare, qualora lo volesse, l’intera quota della ditta, pagandomi un indennizzo ridicolo anche per il valore che aveva la ditta quando lui c’era entrato, figuriamoci adesso.<br />
<br />
Fu così che io entrai a fare parte di quel 37,5 % della popolazione che in un momento della propria vita aveva desiderato di uccidere qualcuno.<br />
<br />
Ci sarà chi si stupirà di una percentuale così elevata, ma io vi assicuro che è rigorosamente esatta e molti di voi lo ammetteranno se saranno sinceri con loro stessi.<br />
<br />
Naturalmente la percentuale scende notevolmente quando si considera il campione di quelli tra il 37,5 % che questa uccisione cominciano a progettarla.<br />
<br />
Io entrai a fare parte di una percentuale del 4,8 % di quel 37,5 %, la percentuale che fa dei reali progetti sulla realizzazione del suo desiderio.<br />
<br />
Cominciai a seguire Luigi Pistacchi (c’era il 61,9 % di possibilità che se ne accorgesse, ma io rientrai nel 38,1 %, cioè non se ne accorse) prendendo nota delle sue abitudini ed elaborandole statisticamente sul mio PC.<br />
<br />
Di lui scoprii tutto quello che era possibile scoprire: quando mangiava fuori ordinava un filetto al sangue nel 55 % dei casi, andava a trovare l’amante il 45 % dei mercoledì ed il 60 % dei venerdì (una sola volta lo fece di domenica, ma il dato era troppo isolato per rientrare nella curva delle probabilità).<br />
<br />
La percentuale più interessante per le mie intenzioni riguardava la sua passione per il gioco.<br />
<br />
Andava a giocare in una bisca clandestina (clandestina… si fa per dire… il 57 % della popolazione ed il 94 % delle forze dell’ordine conoscono la sua esistenza) il 58 % delle sere.<br />
<br />
Ne usciva tra l’una e le due di notte nel 35 % dei casi, tra le due e le tre nel 55 %, oltre le tre soltanto il 10 %.<br />
<br />
A questo punto sapevo dove colpire. Ma il problema era che non volevo essere tra quel 64 % degli omicidi che vengono arrestati, quindi avevo bisogno di un buon alibi perché sapevo che nonostante Luigi Pistacchi avesse parecchi nemici, la polizia avrebbe senz’altro accreditato almeno il 36 % di possibilità che lo avessi ammazzato io.<br />
<br />
Studiai un alibi che aveva l’87 % di possibilità di riuscita. Uno più sicuro non mi riuscì di trovarlo.<br />
<br />
Solo che non mi decidevo ad entrare nel 4,1 % di quel 4,8 di quel 37,5 %.<br />
<br />
Cioè il 4,1 che prova veramente ad uccidere una persona (a proposito solo il 48,3 ci riesce).<br />
<br />
Non riuscivo a scegliere se farlo o non farlo.<br />
<br />
E, a questo punto, maledizione! uscii fuori da tutte le statistiche!<br />
<br />
Luigi Pistacchi morì alle 3,27 della mattina ucciso mentre usciva dalla bisca.<br />
<br />
La polizia arrivò a casa mia alle 7,42 di quella stessa mattina e trovò sul mio PC tutti gli appunti che progettavano il delitto come in realtà era poi avvenuto, tutto preciso nei minimi particolari.<br />
<br />
Non avevo distrutto quegli appunti prima di commettere l’omicidio per la semplice ragione che l’omicidio non lo avevo commesso io.<br />
<br />
Naturalmente del mio elaboratissimo alibi non se ne parlava, perché proprio quella notte avrei dovuto procurarmi un alibi?<br />
<br />
Uscii dalle statistiche perché tra quelli che progettano delitti non c’è mai stato un altro tanto sfortunato da prendersi l’ergastolo per un delitto da lui progettato, ma da lui non commesso.<br />
<br />
Insomma, un solo coglione non è un dato statistico significativo!<br />
<i><br />
</i><br />
<i>Pubblicato su LetterMagazine (<a href="http://www.lettermagazine.it/?p=7432">http://www.lettermagazine.it/?p=7432</a>)</i>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-68886415362553786812010-08-11T04:02:00.000-07:002010-08-11T04:03:18.795-07:00Forse mi sono perso qualcosa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4ZNA7IyuVhtBhK4EPIyOIBPrvO10667Vk3NX7PLN88Amj5GJHgRH_rsUs_r68b9SWiTF2eSdWx_sU9NRbSw-LlUaqMr-siMGt3jbWYMFBoyFAxjp00MN8usscXIAbOmK1sT24q24yWkI/s1600/premio.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4ZNA7IyuVhtBhK4EPIyOIBPrvO10667Vk3NX7PLN88Amj5GJHgRH_rsUs_r68b9SWiTF2eSdWx_sU9NRbSw-LlUaqMr-siMGt3jbWYMFBoyFAxjp00MN8usscXIAbOmK1sT24q24yWkI/s200/premio.jpg" width="200" /></a></div>Io della politica non me ne occupo. Quando uno è disoccupato da due anni come me, perché la ditta dove lavorava ha chiuso e ha mandato a casa 30 persone, e deve campare una moglie e due figli facendo tutti i piccoli lavori che trova, oggi muratore, domani pittore e dopo domani magari pulisco i cessi, la politica è veramente l’ultimo pensiero.<br />
<a name='more'></a><br />
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</div><br />
Tanto, come dice mio zio Vincenzo, rubano tutti.<br />
Però, pure non occupandomi di politica, di quello che succede in Italia mi tengo informato. Perché, come diceva la bonanima di mio padre, che ha insistito perché mi pigliassi la licenza media, più cose sai, più è difficile che te lo mettono in quel posto. Anche so non sono sicuro che avesse tanto ragione, a me in quel posto me l’hanno messo lo stesso quando la mia ditta ha chiuso e mi sono trovato in mezzo a una strada.<br />
Naturalmente i soldi per comprarmi i giornali non ce li ho, ma mio cognato Peppinello che abita vicino a me, ha una edicola dove vende i giornali e così la mattina mi presta quattro o cinque giornali e io quando ho tempo, cioè quasi sempre, visto che sono disoccupato, me li leggo tutti.<br />
Poi quando ho finito di leggerli mia moglie, borbottando per la mia fissazione di leggere, li stira e io li riporto a mio cognato Peppinello.<br />
Il mese scorso l’ingegnere Camarda mi ha chiesto se volevo lavorare per un mese, che se volevo lavorare lui aveva una casa in campagna dove ci volevano tanti piccoli lavoretti. Io gli ho detto che, certo, che volevo lavorare.<br />
Ci siamo messi d’accordo sul prezzo… e faticoso è stato… che l’ingegnere Camarda tanti piccioli ha e tanto pizza di spago è.<br />
L’indomani di mattina io mi sono fatto trovare pronto con gli attrezzi di lavoro e la roba da mangiare, perché la casa dell’ingegnere è assai lontana e io figuratevi se ho la macchina per tornare a casa la sera.<br />
Dopo un’ora siamo arrivati alla casa. Altro che piccoli lavoretti, secondo me ci voleva un conso e una pala, cioè erano più le cose da buttare che quelle da aggiustare. Poi l’ingegnere se ne è andato e io ho cominciato a lavorare. Nella casa figuratevi se c’era la televisione! Quindi quando un mese dopo l’ingegnere mi è venuto a prendere, di quello che era successo quel mese in Italia, io non sapevo niente.<br />
La mattina dopo per prima cosa sono andato da Peppinello a prendermi i giornali come un affamato che apre il frigorifero, tanto i giornali mi erano mancati.<br />
Ho cominciato a guardare i giornali. Su tutti c’era scritto che il nostro capo del governo aveva vinto un premio, il premio Grande Milano.<br />
Ora, veramente che abbia vinto un premio a me non interessa molto, ma io sono curioso e sono andato a vedere perché glielo avevano dato.<br />
Ho letto che La sua vita è un mirabile esempio di quella milanesità. Che minchia vuol dire milanesità io non lo so e sul vocabolario della bonanima di mio padre che abbiamo a casa non c’era scritto niente. Ma secondo me voleva dire che era un milanese tipico e su questo posso essere d’accordo, milanesi non ne conosco tanti, ma se hanno dato il premio al nostro capo devono essere come lui, tanti soldi e tante puttane.<br />
Poi c’era scritto che ha scelto di dare il proprio contributo mettendosi, con impegno e coraggio, a servizio del Popolo italiano perseguendo la sua missione di libertà.<br />
A questo punto ho cominciato a capire che quel mese che avevo passato ad aggiustare la casa dell’ingegnere Camarda in Italia doveva essere successo di tutto.<br />
Perché per quanto mi risultava prima di partire, Berlusconi contributi al popolo non ne dava proprio, anzi si faceva i condoni per non pagare le tasse che a quanto mi risulta servono per fare mangiare il popolo. Evidentemente in quel mese che io non avevo letto i giornali aveva restituito i soldi e magari ci aveva messo qualcosa in più visto che se lo poteva permettere.<br />
Ma quello che mi ha lasciato perplesso era la sua missione di libertà. Da quanto potevo vedere sui giornali ancora stavano approvando quella che chiamano la legge bavaglio, che sicuramente, dicono alcuni giornali, limita la libertà di stampa e la liberta, di noi che la stampa la leggiamo, di essere informati.<br />
Dopo veniva che è amato da tanti italiani perché uomo tra la gente e con la gente, della quale ha compreso i bisogni più profondi sapendo interpretarne le aspettative.<br />
Sul fatto di essere amato niente da dire, conosco tanta gente, dove sto io la maggior parte, che a Berlusconi veramente lo amano. Ma succede pure che tutti quelli che non lo amano lo odiano e questa è una cosa strana assai. Ai vecchi tempi della politica potevi essere dalla parte di Moro o dalla parte di Berlinguer, ma di certo se pensavi che fosse nel giusto Moro non odiavi Berlinguer o viceversa. Poi sul fatto che della gente, della quale ha compreso i bisogni più profondi sapendo interpretarne le aspettative, secondo me non ha chiesto abbastanza in giro oppure è stato informato male. Io tutta questa gente felice perché gli hanno compreso i bisogni e soddisfatto le aspettative in giro non ne vedo. Ma forse a Milano è diverso.<br />
Ma quello che mi ha lasciato veramente perplesso è:<br />
“Statista di rara capacità, conduce con responsabilità e lucida consapevolezza il Paese verso un futuro di donne e di uomini liberi, che compongano una società solidale, fondata sull'amore, la tolleranza e il rispetto per la vita".<br />
Per quanto riguarda il futuro dove vanno donne e uomini liberi, che compongono una società solidale, fondata sull'amore, la tolleranza e il rispetto per la vita non posso dire molto, il futuro lo conosce solo il Padreterno e può essere che ci aspetta il futuro che ci predicono quelli di Milano, anche se si potrebbe obiettare qualcosa sull’amore, visto che in questo cavolo di paese da quando c’è lui metà delle persone odia l’altra e anche sulla tolleranza visto che al governo ci stanno i leghisti che tanta gente non la possono vedere compresi noi meridionali… e non parliamo poi di quelli che vengono dall’Africa… e c’è pure da dire che a Francesco, il figlio di mio cugino Santino, che è ricchione… Francesco non Santino… ma è tanto un bravo figliolo, mentre passeggiava per Roma con un amico lo hanno strafottuto di mazzate e lo hanno mandato all’ospedale per 40 giorni.<br />
Ma quello che mi ha convinto che mentre io ero a casa dell’ingegnere Camarda deve essere successo qualcosa di veramente grosso, forse in quei giorni, anzi sicuramente, Berlusconi ha evitato lo scoppio della terza guerra mondiale, è stata la definizione Statista di rara capacità.<br />
Perché prima di andarmene ad aggiustare la maledetta casa dell’ingegnere Camarda ho incontrato mio cugino Turi che lavora in Germania e mi ha detto che i tedeschi lo sfottono continuamente, gli fanno cucù e le corna dietro la testa perché qua in Italia abbiamo come capo di governo uno che fa ridere, altro che statista di rara capacità!<br />
In quel mese in campagna forse mi sono perso qualcosa.<br />
Anzi, sicuramente.<br />
<br />
Pubblicato su Centomovimenti (http://www.centomovimenti.com/2010/luglio/23_gm.htm)Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-31151840238264155682010-07-19T10:29:00.000-07:002010-07-19T10:29:07.859-07:00Confidenze (segrete) di Bram Stoker<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPIeAEkGS58_ELOdLbT2LIWq2XtP9RueMGv2hM169swLVCCIDoHHL3BGcVEzEE57-JK8bFCpvJCMGCPz0pz7vqGyfplMbtJiv_2o-t8Vo9XN8fbCXlZs7FBCE1q4TFC7QsQFRCuI_YS9I/s1600/oldman3.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPIeAEkGS58_ELOdLbT2LIWq2XtP9RueMGv2hM169swLVCCIDoHHL3BGcVEzEE57-JK8bFCpvJCMGCPz0pz7vqGyfplMbtJiv_2o-t8Vo9XN8fbCXlZs7FBCE1q4TFC7QsQFRCuI_YS9I/s320/oldman3.jpg" /></a></div>Nonostante io abbia scritto undici romanzi, centinaia di racconti e alcune opere teatrali, sono sempre stato definito dai critici come scrittore di un solo romanzo e per quel solo romanzo sono conosciuto dai lettori.<br />
I critici e i miei lettori hanno ragione.<br />
Niente della mia produzione letteraria può essere paragonata a quel romanzo.<br />
Il nome di quel romanzo è Dracula e il mio nome è Bram Stoker da quando nel 1876, morto a Cava dei Tirreni in Italia mio padre Abraham, abbandonai il suo nome per assumerne uno interamente mio.<br />
<a name='more'></a><br />
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</script></div>Il 1876 fu anche l’anno in cui rincontrai l’attore Henry Irving che avevo già conosciuto nel 1867.<br />
<br />
Credo sia possibile affermare che l’anno 1876 cambiò il mio nome e la mia vita.<br />
<br />
Le cronache riportano che dopo aver letto la mia recensione entusiasta del suo Amleto, Irving mi invitò ad una cena insieme ad altri suoi ammiratori.<br />
<br />
Ma nessuna cronaca ha mai parlato di quello che Henry Irving mi rivelò durante la notte che seguì la cena, vagando, noi due soli, per Londra fino al sorgere dell’alba.<br />
<br />
Fu durante quella notte – anzi per essere esatti tutto cominciò durante la cena quando recitò una poesia di Thomas Hood guardandomi negli occhi – che fece di me quello che sarei stato per tutto il resto della mia vita, della mia nuova vita.<br />
<br />
Quella notte il vampiro Henry Irving fece di me una sua creatura.<br />
<br />
Non immaginatevi adesso sangue e morsi sul collo, perché tra di noi non ci fu mai niente di simile.<br />
<br />
Henry Irving mi conquistò con il suo fascino, mi vampirizzò con la sua straordinaria personalità.<br />
<br />
E mai, negli anni passati insieme, questo suo fascino venne meno, mai ci fu un momento in cui la mia devozione nei suoi confronti non fosse assoluta.<br />
<br />
Sì, il sangue ed i morsi sul collo hanno una loro parte nella vita dei vampiri, ma sono stato io ad esagerare questo aspetto nel mio libro per rendere tutto più sensazionale.<br />
<br />
Quelle notti che Henry Irving usciva in cerca di sangue, mai più di una volta al mese, le paragonava a una scopata senza impegno, a quel sesso senza amore che spesso è necessario.<br />
<br />
E sceglieva i suoi partner, uomini e donne, negli ambienti più umili e tra le persone non troppo dotate intellettualmente.<br />
<br />
È meglio, anche per loro stessi, che non si rendano bene conto di quello che gli è successo, diceva.<br />
<br />
Quelle persone non diventavano a loro volta vampiri, ci voleva uno scambio di sangue per questo, ma si ritrovano al mattino deboli e storditi.<br />
<br />
Due volte, nei lunghi anni della nostra conoscenza, accadde che al mattino fosse ritrovato un corpo completamente dissanguato.<br />
<br />
Irving ammise, contrito, di avere esagerato.<br />
<br />
Per creare nuovi vampiri occorre che il vampiro dopo aver bevuto il sangue del predestinato gli offra a sua volte il suo sangue da bere.<br />
<br />
E questo per diverse notti.<br />
<br />
Irving mi disse di averlo fatto per l’ultima volta duecento anni prima e non mi volle rivelare il nome del nuovo adepto, anche se alluse diverse volte al ruolo importante che questo vampiro aveva avuto nella storia francese.<br />
<br />
“In questo momento, che io sappia, nel mondo ci sono trentanove vampiri e penso che siano più che sufficienti. Nessuno di noi vuole aumentare la concorrenza col rischio di trovarsene un altro nella sua stessa zona.”<br />
<br />
L’idea di Dracula fu di Irving e si divertì molto a scriverlo insieme a me.<br />
<br />
Mischiammo, su suo suggerimento, dati veri sui vampiri con altri inventati.<br />
<br />
Falso ad esempio è che i vampiri si possono tenere lontani con l’aglio.<br />
<br />
In realtà eravamo io e lui a non sopportarne l’odore e a cercare di evitare con cura l’alito delle persone che ne facevano uso.<br />
<br />
Vero invece è che i vampiri preferiscono la notte e sopportano con difficoltà la luce del giorno.<br />
<br />
Infatti lui aveva scelto in questa delle sue vite la professione di attore, una professione notturna, e mi disse che era un ruolo che aveva attirato altri vampiri prima di lui.<br />
<br />
Invece il crocifisso non gli recava alcun danno e mi raccontò di vampiri che andavano regolarmente in chiesa.<br />
<br />
“In questo momento” mi rivelò, “uno come me occupa una posizione importantissima in Vaticano e, cambiando personalità ogni tanto, è là da quattrocento anni. Una volta è stato anche Papa.”<br />
<br />
Mi disse che i vampiri possono essere uccisi e che duecento anni prima aveva creato un vampiro proprio dopo la morte di uno di loro.<br />
<br />
Ma non mi volle mai dire come potesse avvenire. Il metodo citato nel romanzo l’ho inventato io. Irving lo trovò molto divertente anche se un tantino complicato.<br />
<br />
“E’ tutto molto più semplice. Mi spiace di non potertelo rivelare, ma anche noi abbiamo le nostre regole.”<br />
<br />
Nel 1905 Henry Irving, stanco di essere Henry Irving, organizzò la sua morte permettendomi di aiutarlo.<br />
<br />
Una bara vuota fu sepolta con i grandi onori dovuti – nel 1895 la regina Vittoria lo aveva fatto baronetto, primo attore … e secondo vampiro a ricevere questo titolo, aveva commentato Irving alla notizia dell’onorificenza concessagli – nell’abbazia di Westminster.<br />
<br />
Niente so della sua nuova identità, non me ne volle parlare mai, … che vita nuova sarebbe se dovessi trovarmi davanti il mio passato… di certo non l’ho mai rincontrato in questa vita e, trattandosi di una creatura immortale, certamente non la rivedrò neanche quando sarò arrivato, se esiste, al luogo a cui sono destinato dopo la mia morte.<br />
<i><br />
</i><br />
<i>Questo articolo è tratto da una mia opera inedita TUTTI I COLORI DEL GIALLO.</i><br />
<br />
L' articolo è stato pubblicato su LetterMagazine: <a href="http://www.lettermagazine.it/?p=7307">http://www.lettermagazine.it/?p=7307</a>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-10004253478797743742010-07-19T10:12:00.000-07:002010-07-19T10:12:37.327-07:00Il Sospetto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj7VNkCH4uGOYl5tnBgD0pZ9lRhrtD_PKZHL8wuF3q-M4u-qTaFyoNW-pPaIGt5OT3-rlcyoDGXJtH-hZpnhkb_Lpahls4JXQ37cYHNGGKM1in_E2Peav7bUQicY9F1ES5pS6_3VMmD-w/s1600/ONU.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj7VNkCH4uGOYl5tnBgD0pZ9lRhrtD_PKZHL8wuF3q-M4u-qTaFyoNW-pPaIGt5OT3-rlcyoDGXJtH-hZpnhkb_Lpahls4JXQ37cYHNGGKM1in_E2Peav7bUQicY9F1ES5pS6_3VMmD-w/s320/ONU.jpg" /></a></div>Il 14 giugno 2010 l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), con sede a Vienna, ha chiesto all'Italia di rinunciare al disegno di legge sulle intercettazioni o di modificarlo in sintonia con gli standard internazionali sulla libertà di espressione. <br />
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</script></div>"Sono preoccupata che il Senato abbia approvato una legge che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia", ha detto in un comunicato Dunja Mijatovic, responsabile dell'Osce per la libertà dei media. "Il progetto di legge approvato dal Senato nella sua formulazione attuale contraddice le raccomandazioni dell'Osce, specialmente nella misura in cui proibisce l'uso di alcune fonti confidenziali e materiali che possono essere necessari per indagini giornalistiche significative al servizio della democrazia. I giornalisti devono essere liberi di riportare le notizie di pubblico interesse e di essere in grado di decidere come portare avanti un'inchiesta in modo responsabile".<br />
La rappresentante Osce, in particolare, ha ribadito la 'censura' da parte dell'organismo da lei rappresentato delle norme del ddl sulle intercettazioni che prevedono "forti restrizioni nella pubblicazione di atti processuali o di indagine anche prima dell'inizio dei processi", così come le "multe salate" e "anche il carcere" per editori e giornalisti che le pubblichino, così come la previsione del carcere per chiunque, senza essere giornalista, registri e diffonda conversazioni senza il consenso dell'altra persona.<br />
Il 13 luglio 2010 arriva un monito dall’ ONU. Parla, riguardo alla legge bavaglio, il relatore speciale per i diritti, Frank La Rue: "Se adottata nella sua forma corrente, può minare la possibilità di beneficiare del rispetto del diritto di libertà d'espressione in Italia. Secondo l'attuale disegno di legge - sottolinea La Rue - chiunque non sia accreditato come giornalista professionista può essere condannato a quattro anni di carcere per aver registrato una comunicazione o conversazione senza il consenso della persona coinvolta e per aver poi reso pubblica tale informazione". Secondo La Rue, "tale grave pena minerà in modo serio tutti i diritti individuali di cercare e diffondere un'informazione imparziale, in violazione della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici". <br />
Preoccupazioni anche per l'introduzione di una sanzione per giornalisti ed editori che pubblichino il contenuto di intercettazioni prima dell'inizio di un processo. "Tale punizione - prosegue il relatore ONU - che include fino a 30 giorni di carcere e un'ammenda fino a 10.000 euro per i giornalisti e 450.000 per gli editori è sproporzionata rispetto al reato". <br />
Secondo il relatore ONU, "queste norme possono ostacolare il lavoro dei giornalisti investigativi su materie di interesse pubblico, come la corruzione, data l'eccessiva lentezza dei procedimenti giudiziari in Italia, e come sottolineato più volte dal Consiglio d'Europa". <br />
"Sono consapevole - conclude il relatore speciale ONU - che il disegno di legge è stato avanzato per preoccupazioni sull'implicazione della pubblicazione delle intercettazioni sui procedimenti giudiziari e sul diritto alla privacy. Tuttavia, il disegno di legge nella sua forma attuale non costituisce una risposta appropriata a tali preoccupazione e pone minacce al diritto alla libertà d'espressione".<br />
Contemporaneamente l’ONU annuncia una missione in Italia, nel 2011, per esaminare la situazione della libertà di stampa e il diritto alla libertà di espressione. <br />
Qui non stiamo parlando di Pubblici Ministeri politicizzati e schierati con l’estrema sinistra oppure di giornali ostili al nostro premier. Stavolta si tratta della presa di posizione di due importantissimi organismi internazionali.<br />
Però la legge va avanti e il nostro parlamento alla fine la voterà, nonostante i partiti di opposizione e le perplessità della sparuta pattuglia finiana. <br />
Quindi diranno sì a questa legge circa cinquecento parlamentari, eletti, in teoria, dal popolo italiano.<br />
Dico in teoria perché da quando c’è questa legge elettorale è stato tolto al popolo italiano il diritto di scegliersi i suoi eletti con le preferenze.<br />
Ora come è possibile che a queste cinquecento persone, davanti al parere di questi importanti organi di cui pure noi italiani facciamo parte, non sia venuto mai il sospetto che questa legge sia sbagliata e inopportuna e non sia il caso di votarla?<br />
Se l’ONU decide di venire a indagare a casa nostra per esaminare la situazione della libertà di stampa e il diritto alla libertà di espressione, non viene a questi signori il sospetto che questi diritti siano in pericolo in Italia? <br />
E se questo sospetto a lor signori (come avrebbe detto il compianto Fortebraccio) non viene, non è lecito che venga a noi il sospetto che i parlamentari della maggioranza sappiano perfettamente che questa legge vergognosa serve solamente a nascondere di fronte all’opinione pubblica gli scandali e la corruzione che quasi quotidianamente vengono fuori da quel verminaio che è ormai l’Italia, e a ostacolare il lavoro dei magistrati, che di questo putridume per professione si occupano.<br />
E così noi sospettiamo che la votino lo stesso per restare attaccati alle loro poltrone, per evitare di essere messi da parte al momento in cui si voterà di nuovo, (oppure essere messi nelle liste in posizioni in cui non saranno mai eletti, tanto il cittadino, come dicevo prima, non decide niente) e anche per il timore, visto che la corruzione è così dilagante, di essere i prossimi a venire scoperti con le dita nel barattolo della marmellata. <br />
Mi dispiace doverlo dire, e mi rattrista pensarlo, ma temo che il bubbone Italia si stia troppo gonfiando. <br />
Siamo sempre più poveri e più disperati. Temo che se questo bubbone scoppia dopo che ci è toccato in sorte un Silvio Berlusconi ci possa toccare un Juan Domingo Perón.<br />
<br />
Pubblicato su CentoMovimenti: <a href="http://www.centomovimenti.com/2010/luglio/16_gm.htm">http://www.centomovimenti.com/2010/luglio/16_gm.htm </a>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-52842512433406673502010-07-16T03:05:00.000-07:002010-07-16T03:06:05.657-07:00Come nasce un romanzo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj49JCyB7X7BE2hIHtwRAEyNAu9D_I-MP959AvmovltfA83JCd8uNJlO7CuVJkI4Mef9FujEPgbEX6ZJZK-SQMiLBcQijf1qHb52QGtbrO66BoFSYXbwnYxllb_1h166PxFvKgcuSeW320/s1600/snoopy_scrittore.gif" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj49JCyB7X7BE2hIHtwRAEyNAu9D_I-MP959AvmovltfA83JCd8uNJlO7CuVJkI4Mef9FujEPgbEX6ZJZK-SQMiLBcQijf1qHb52QGtbrO66BoFSYXbwnYxllb_1h166PxFvKgcuSeW320/s200/snoopy_scrittore.gif" width="200" /></a></div>Il mio amato Gabriel Garcia Marquez ha scritto una volta che per un romanzo sono determinanti le prime pagine.<br />
Se riesci a scrivere l’inizio e questo inizio fila bene e leggendolo e rileggendolo sei soddisfatto di quello che hai scritto, la tua opera, con tutta probabilità arriverà alla fine.<br />
Sono del tutto d’accordo, se ti arriva quel senso di pienezza, indizio di un opera motivata, il parto avverrà, anche se magari ci metterai più di nove mesi.<br />
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</script></div>E sì, finora tutte le mie opere sono abbastanza leggere di peso se le prendete tra le mani e le valutate, ma io ci metto tanto tempo a scriverle.<br />
Leggo quello che ho scritto il giorno prima e che avevo già riletto prima di chiudere il file, trovo sempre qualcosa da migliorare, magari torno pure indietro di parecchie pagine perché la sera prima mentre bevevo il mio Montgomery o giocavo con uno di miei gatti mi è venuta una idea su una variazione da fare. Poi quando inizio a scrivere la parte nuova non mi sorprende il fatto di essere capace di meditare dieci minuti su un aggettivo. Così se alla fine del mio lavoro durato quattro ore – di più non posso, le mie cellule cerebrali sono piuttosto pigre e si stancano facilmente – ho prodotto una sola pagina con carattere 14 o poco meno, magari tre quarti di pagina, mi ritengo soddisfatto. Secondo me il lavoro di sottrazione che si fa su testo è ancora più importante di quello di addizione.<br />
Vale per il mio metodo di lavoro quello che Cicerone scrisse a un amico alla fine di una lettera molto lunga, frase che io cito spesso: “Scusami per la lunghezza di questa lettera, ma non avevo abbastanza tempo per scriverne una breve.”<br />
Niente invece vi posso dire su come mi viene l’idea per un romanzo. Proprio non lo so come una idea nasca e poi magari prevalga su un’altra. Succede e basta. A volte medito per un mese su come iniziare una nuova opera, prendo appunti, preparo una scaletta e poi arriva una nuova idea prepotente, sopravanza la povera opera in incubazione e prende subito il via.<br />
Così è successo per la nuova opera che sto lentamente scrivendo da più di un mese (a riprova di quello che ho detto prima sono ancora a pagina 13, ma è normale, io la mattina inizio a scrivere un ora dopo essermi svegliato, rigorosamente ancora in pigiama e se le dure necessità della vita mi costringono a vestirmi per andare a comprare i peperoni, la mia giornata da scrittore è ormai andata. Quindi se sono ancora a pagina 13 vuol dire che in questi giorni ho comprato molti peperoni. Scherzi a parte, sono stato parecchio in giro per promuovere il mio nuovo libro IL RITORNO DEL DIAVOLO, di cui potete trovare la recensione su questo stesso sito, recensione pubblicata in tempi non sospetti, quando non avevo nessuna idea di riprendere a scrivere per i giornali on line e quindi collaborare a LetterMagazine).<br />
Altra mia stranezza. Sono tanto lento quando scrivo un romanzo quanto sono veloce quando scrivo un articolo. Appena avuta l’idea, qualunque sia l’ora del giorno o della notte (in questo caso non vale la regola del pigiama), comincio a scrivere e arrivo velocemente alla fine.<br />
Ritornando ai miei romanzi una regola che ho sempre osservata finora è non fare mai leggere la mia opera a nessuno prima che sia finita. Invece appena finisco la faccio leggere ai miei lettori abituali, alle mie cavie prima di mettere mano alla seconda stesura (ce ne è sempre almeno una terza).<br />
Ecco questa regola io ora voglio violarla, vi presento la versione chiaramente provvisoria, ma tutto è provvisorio… delle prime righe del mio nuovo romanzo.<br />
Il titolo è SENZA NOME.<br />
E’ la storia di un killer a pagamento, divisa in due parti tra di loro differenti come stile di scrittura e praticamente autonome.<br />
Questo è l’inizio della mia opera.<br />
<br />
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</script></div><b><br />
</b><br />
<b>SENZA NOME</b><br />
<b></b><br />
<b>Parte Prima</b><br />
<br />
Non dirò il mio nome.<br />
<br />
Non lo dirò comunque, anche se tutto quello che sto scrivendo non è destinato a essere mai letto. Io sto scrivendo per provare a me stesso che alla mia età sono ancora capace di ricordare.<br />
<br />
E scrivo… sicuramente piuttosto male… perché anche di un’altra cosa voglio provare a me stesso di essere capace.<br />
<br />
Negli anni che ho vissuto… ne mancano pochi per i settanta… fino a poco di più di dieci anni fa non avevo mai letto un libro.<br />
<br />
Poi un giorno sono entrato in una libreria. Sono entrato per la prima volta in una libreria e non c’ero mai entrato perché nelle librerie si entra per comprare i libri e fino ad allora i libri non avevano nessuna parte nella mia vita. Ma quella volta ci sono entrato e ci sono entrato per poter dire di essere stato almeno una volta in una libreria. Ho scelto cinque libri a caso, forse mi son piaciute le copertine… adesso non ricordo… li ho pagati e me ne sono andato. Non ero sicuro che li avrei letti. Anzi era probabile che rimanessero sul tavolo dove li avevo posati. E invece li ho letti. Dapprima faticosamente e lentamente, poi pagina dopo pagina, era sempre più facile. E dopo di quelli ne ho letto tanti altri.<br />
<br />
Il vuoto delle mie giornate, adesso che da più di cinque anni mi sono ritirato da quello che era il mio lavoro (c’è una precisa ragione perchè io scriva lavoro in corsivo), si è riempito di libri e dei personaggi che quei libri abitano.<br />
<br />
Ecco, l’altra ragione di queste pagine è che dopo aver imparato a leggere dei libri, voglio dimostrare a me stesso che sono capace di scrivere.<br />
<br />
Scrivere… naturalmente niente di paragonabile agli scrittori che più ammiro… ormai i miei gusti sono precisi… cercherò di scrivere come se questa mia storia la raccontassi a qualcuno… io, che della mia vita ho sempre fatto in modo di far conoscere il meno possibile agli altri… e se pensassi a una sola possibilità che qualcuno possa leggere quello che sto scrivendo certamente non scriverei… l’idea che questa mia intimità con me stesso, conservata per tanti anni, possa essere violata mi è intollerabile… ma con gli anni ho imparato a usare il computer e quello che sto scrivendo è protetto da tante passsword e programmato per cancellarsi se qualcuno cercherà di entrare…<br />
<br />
Allora è chiaro che questa mia vita la sto raccontando a me stesso.<br />
<br />
Ma non dirò il mio nome.<br />
<br />
Non lo dirò per rispettare le mie regole. Da quasi quaranta anni nessuna persona ha mai conosciuto il mio vero nome e l’ultima persona che lo conosceva, l’unico e solo vero amico di tutta la mia vita, è morta insieme a quel nome. Da allora di nomi ne ho avuti tanti, ma la mia vera identità è rimasto un segreto e tutti mi hanno accettato con le identità fittizie che ero così bravo a crearmi, senza dubitare che fossero false.<br />
<br />
Del resto il mio vero nome, dovrebbe essere un nome unito a un cognome. Il cognome di mio padre. Ma io non ho mai saputo chi fosse mio padre. Mia madre è morta quando avevo cinque anni e non ha avuto il tempo di dirmi chi era mio padre.<br />
<br />
Di mia madre ho pochi ricordi, di giorno era troppo impegnata a lavorare nelle campagne e mi lasciava dalla moglie di suo fratello che faceva il falegname. Tornando dal lavoro mi riprendeva, mangiavamo quel poco che c’era e poi subito nel nostro piccolo letto, rannicchiati vicini anche d’estate. La mattina la sveglia all’alba per portarmi da mia zia, prima di intraprendere la strada per i campi dove andava a lavorare.<br />
<br />
Così il ricordo più vivido che ho di mia madre è quello del suo corpo morto steso sul letto prima dei suoi funerali. Il primo dei miei tanti incontri con la morte.<br />
<br />
Pubblicato anche su LetterMagazine: <a href="http://www.lettermagazine.it/?p=6853">http://www.lettermagazine.it/?p=6853 </a>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-8932473948438058352010-07-16T03:00:00.000-07:002010-07-16T03:06:54.799-07:00Ragionando sul ponte di Messina: una modesta proposta<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPfl_HYzK0x764ebY7i55tGhDicoTw7VEz6UI0y-Fe1zgOQTqDOXJEa9gODkJ-d5ITCpH5znHcvamayrKl6gMDLGmC0Wsd4bjfctuKCYZOCa6l6v6kye3okOqt09iPDh1esVY8l4xYHGs/s1600/no-ponte.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="118" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPfl_HYzK0x764ebY7i55tGhDicoTw7VEz6UI0y-Fe1zgOQTqDOXJEa9gODkJ-d5ITCpH5znHcvamayrKl6gMDLGmC0Wsd4bjfctuKCYZOCa6l6v6kye3okOqt09iPDh1esVY8l4xYHGs/s200/no-ponte.jpg" width="200" /></a></div>Naturalmente stiamo parlando del ponte sullo stretto di Messina. E vorremmo ragionarci sopra, alla luce di qualcosa che nella nostra società è diventata una merce rara, il buonsenso. E ragionarci pure come persona informata sui fatti visto che sullo stretto io ci vivo. La prima cosa da fare è evitare di farci entrare la politica. Nessuno nega che soprattutto a destra stanno i sostenitori del ponte, ma non credo che questo abbia molta importanza. <br />
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</script></div>Lo stretto di Messina, bella scoperta!, si attraversa in nave o in aliscafo. Dalla Calabria si parte da Reggio o, molto più spesso, da Villa San Giovanni. Messina ha tre scali, due in piena città e l’altro costruito di recente per liberare la città dal traffico dei mezzi pesanti a Tremestieri, all’inizio della autostrada Messina-Catania.<br />
I tempi di percorrenza variano dai 30 ai 40 minuti per le navi e sono naturalmente più rapidi per gli aliscafi.<br />
Lasciamo per il momento da parte i pendolari che attraversano senza autovettura al seguito e occupiamoci di chi lo stretto lo deve attraversare con una autovettura o un camion.<br />
Sulla tratta Villa San Giovanni-Messina, di gran lunga la più frequentata, agiscono le navi della Caronte-Tourist, una società privata e quelle della Bluvia, di proprietà dello Stato. Ai tempi di percorrenza bisogna aggiungere i tempi di attesa. Le nostre televisioni in agosto ci mostrano camion e macchine in attesa sotto il sole per traghettare. Questo problema esiste, ma esiste solo per 4 o 5 giorni all’anno e non riguarda mai il passaggio nei due sensi. L’inconveniente quando si crea riguarda un solo senso di attraversamento, all’inizio di agosto per andare in Sicilia, alla fine di agosto per andare in Calabria. Quindi stiamo parlando di una brutta situazione che crea disagio, ma solo per 4 giorni all’anno, e tutti noi sappiamo che di giorni nell’anno ce ne stanno 365. Bastano quei 4 giorni a giustificare la costruzione di un ponte? Certo, come al solito quei 4 giorni fanno notizia e si meritano i titoli di testa nei TG e nella carta stampata. Tutte le volte che arrivando si trova la nave pronta per partire, le telecamere non ci sono ed è giusto che non ci siano.<br />
Veniamo ora alla qualità del servizio.<br />
La Caronte-Turist effettua in tempi di traffico normale 36 corse giornaliere e non mi sembrano poche.<br />
La Bluvia è la cenerentola del traffico sullo stretto, effettua solo 18 corse, le sue navi sono solo di poco più recenti dello sbarco dei Mille a Marsala e richiedono conseguentemente alti costi di manutenzione. Se ci mettiamo poi che i turisti spesso ignorano la loro esistenza, le conseguenze sono che difficilmente viaggiamo a pieno carico. Naturalmente se tu sei a conoscenza dei loro orari, puoi essere sicuro di essere imbarcato sulla nave in partenza senza correre il pericolo di dover aspettare la nave successiva.<br />
Alle difficoltà finanziarie della Bluvia, dovute anche al minor numero di biglietti venduti contribuisce anche la concorrenza che forse, ma non è detto, ricorre a mezzi non sempre leciti. Mi è successo tornando dal nord e uscendo a Villa San Giovanni per imbarcarmi di trovarmi davanti un figuro che diceva alle macchine che passavano che il traghetto delle Bluvia era bloccato da un guasto e quindi dovevano andare agli imbarcaderi privati.<br />
Io faccio sempre il biglietto di andata e ritorno con Bluvia, sono un cittadino di questo Stato e se a questo Stato vanno i soldi che spendo io ne sono lieto. Quindi sono entrato nella corsia di Bluvia per controllare. Naturalmente i traghetti Bluvia non avevano nessun inconveniente e dopo 10 minuti ero già imbarcato. Ma quanti altri, non pratici della zona e col biglietto di andata e ritorno da fare, avranno preso la mia stessa strada?<br />
Comunque non voglio per questo unico episodio colpevolizzare le società private, su centinaia di volte mi è successo una volta sola e quel tizio poteva essere un pazzo oppure uno male informato. Quello che è sicuro è che le compagnie private, come è loro diritto, pubblicizzano meglio la loro offerta e offrono il doppio delle corse.<br />
Veniamo ora al traffico dei treni che si svolge solo su Bluvia. Qua i tempi di percorrenza di allungano notevolmente. Bisogna considerare la necessità di smembrare il treno e di imbarcarlo sul traghetto e una volta arrivati sbarcarlo e ricompattarlo. Quindi i tempi sono lunghi e potrebbero giustificare la costruzione del ponte. Ma intanto qualche miglioria le Ferrovie la potrebbero ottenere già da ora. Ogni treno dalla Sicilia o per la Sicilia, sosta dai 20 ai 40 minuti sui binari della stazione di Villa San Giovanni. Magari ci sarà una ragione, ma io non riesco ad immaginarmela, specie per i treni in arrivo dalla Sicilia; una volta sbarcati perché lasciarli fermi?<br />
Quelli che non vogliono aspettare tanto e viaggiano leggeri spesso si imbarcano su un traghetto e prendono treni in partenza da Villa San Giovanni, magari un Eurostar, ma è chiaro che questo è possibile solo per quelli che abitano a Messina.<br />
Non si potrebbero creare treni meno lunghi e fare costruire navi capaci di contenere l’intero treno senza smembrarlo, magari facendolo imbarcare subito?<br />
E veniamo al vero problema dell’attraversamento dello stretto. I costi.<br />
I costi delle due compagnie che operano da Villa San Giovanni a Messina sono più o meno simili.<br />
Per le autovetture 30 euro per un biglietto valido 3 giorni, tariffa che serve praticamente solo per i siciliani che vanno a fare un week end in Calabria e per i Calabresi che fanno il viaggio inverso con gli stessi scopi e una tariffa valida 60 giorni di 55 euro. Invece per i mezzi pesanti i costi vanno dagli 85 euro per un furgone a un massimo di 250 euro a secondo della lunghezza del mezzo. Esiste un'altra possibilità.<br />
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Una compagnia privata, la Meridiano Lines, effettua corse da Reggio a Messina e viceversa. Le corse sono 11 dal lunedì al venerdì, 7 il sabato, una sola la domenica. Qua i costi sono molto più ragionevoli, 12 euro ogni viaggio per un’autovettura, quindi 24 euro totali in confronto ai 55 di Messina-Villa San Giovanni. Uguali più o meno agli altri i costi, invece, per i veicoli commerciali. Quindi per le autovetture è possibile risparmiare, ma quanti che vengono dal nord o da altre province della Sicilia sono al corrente di questa possibilità? E poi bisogna arrivare a Reggio e le corse sono poche e i servizi a bordo inesistenti. Nessuna possibilità di procurarsi una bottiglia d’acqua a bordo o vicino agli imbarcaderi.<br />
A questi costi che mi sembrano sproporzionati per un percorso di 3.3 miglia marine bisogna aggiungere un ulteriore balzello introdotto dal Sindaco di Messina per quelli che risiedono fuori dalla provincia di Messina. Le tariffe sono di 1,50 euro per le auto, 5 euro per autocarri e bus, 8 euro per autotreni ed autoarticolati.<br />
Parliamo adesso di quelli che passano a piedi per ragioni di lavoro o di studio. Dal 1 luglio c’è stato un grosso aumento, ma per renderlo meno amaro lo hanno chiamato allineamento delle tariffe. Aumenti, o allineamenti, non da poco: la corsa singola passa da 1,50 € a 2,50, andata e ritorno, da 2 a 5 euro. Raddoppia, invece, l’abbonamento mensile che da 30 euro arriva a 60; 40 per il ridotto (per chi ha un reddito inferiore ai 25 mila euro lordi annui) e 18 per le forze dell’ordine.<br />
Quindi un problema grande nell’attraversamento dello stretto esiste ed è molto più grave di quello del tempo di percorrenza. E’ quello dei costi. Il ponte sullo stretto può risolvere questo problema? Sicuramente no. Sono previsti pedaggi non inferiori a quelli attuali. Parliamoci chiaro, già soldi di privati che intendono partecipare alle costruzione del ponte non ce ne sono ancora, figuratevi se ne arriverebbero mai, ammesso che arrivino, se l’investimento non fosse conveniente e in grado di rendere.<br />
Sono questi costi che rendono la Sicilia un’isola, i pedaggi dei camion che portano la merce che consumiamo ce li ritroviamo a nostro carico quando compriamo questa merce. E quanti sono i turisti che dopo aver vissuto l’odissea della Salerno-Reggio Calabria e aver dovuto pagare un caro prezzo per traghettare e venire a spendere i loro soldi in Sicilia, sono disposti a ritornare una seconda volta?<br />
Non sarebbe meglio piuttosto che costruire il ponte dotare la Bluvia di navi adeguate e in grado di effettuare più corse e accollare allo Stato i costi di traghettamento, facendo invece pagare a chi viaggia una cifra simbolica? Lo Stato, sia per la Bluvia che per la Caronte-Turist si assumerebbe l’onere di rimborsare la differenza. La spesa sarebbe di gran lunga inferiore alla costruzione del ponte e libererebbe i Siciliani dalla colpa di essere isolani.<br />
Tutto questo senza scempi al paesaggio. Non veniteci a dire che i turisti verrebbero in gran numero per vedere il ponte, già oggi lo stretto di Messina così come è meriterebbe una visita, il paesaggio è già bellissimo, lo sarà ancora domani dopo la costruzione del ponte?<br />
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Pubblicato su CentoMovimenti: <a href="http://www.centomovimenti.com/2010/luglio/11_gm.htm">http://www.centomovimenti.com/2010/luglio/11_gm.htm</a><br />
Leggi anche: <a href="http://www.aureliomerenda.it/8motiviNoalPontediMessina.html">8 Motivi per dire No al Ponte di Messina</a>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-74012781839845553002010-06-18T09:01:00.000-07:002010-07-16T02:54:43.968-07:00Guai in paradisoOrmai ci siamo rassegnati.<br />
Presto le intercettazioni diventeranno illegali e non potranno più essere pubblicate.<br />
Però prima che la legge-bavaglio venga approvata vogliamo toglierci la soddisfazione di pubblicare una intercettazione davvero straordinaria.<br />
Una intercettazione che viene dal futuro e per giunta da un luogo dove mai si era riuscito a registrare alcunché.<br />
La registrazione è stata possibile grazie a un marchingegno inventato dal nostro amico Gigi il postino,<br />
Gigi è un inventore straordinario ma preferisce fare il postino, perché secondo lui un posto fisso lo fa sentire più tranquillo.<br />
Quella che vi presentiamo è una registrazione di un colloquio che si svolge in Paradiso… sì, in Paradiso nell’anno domini 2040.<br />
<a name='more'></a>San Pietro – Vostra Infinità mi deve scusare se la disturbo, ma abbiamo un problema.<br />
Padreterno – E figurati se tu, Pietro, non hai un problema… e naturalmente il problema te lo devo risolvere io! Di cosa si tratta, stavolta?<br />
San Pietro – E’ un problema del pianeta Terra, Vostra Immensità. Hanno fatto un nuovo santo.<br />
Padreterno – Sai, Pietro, comincio a pensare di essere stato troppo indulgente con te a darti il posto che ti ho dato, dopo che hai rinnegato tre volte mio figlio. Ricordami che nel nuovo catechismo dobbiamo dare meno importanza al perdono.<br />
Dove sta il problema? Sulla Terra di nuovi santi ne fanno tanti.<br />
San Pietro – Sì, ma questo santo per noi è un po’ imbarazzante.<br />
Padreterno – Vabbè, lo dicevi pure di Padre Pio, ma poi hai visto che successo di marketing? Come si chiama questo santo nuovo?<br />
San Pietro – San Silvio Berlusconi.<br />
Padreterno – Silvioberlusconi? Che nome strano per un santo!<br />
San Pietro – Non tutto attaccato, Vostra Onnipotenza, Silvio nome, Berlusconi cognome.<br />
Padreterno – E da quando in qua i santi si portano dietro il cognome nel calendario? Posso capire vergine, posso capire martire…<br />
San Pietro – Il fatto è che lo hanno chiamato così perché prima di morire, prevedendo che lo avrebbero fatto santo, ha lasciato detto che voleva pure il cognome per non essere confuso con un San Silvio qualunque.<br />
Padreterno – Sapeva che lo avrebbero fatto santo? Quindi aveva il dono della preveggenza… interessante. E quali altri doni aveva?<br />
San Pietro – Secondo la commissione del Vaticano che ha curato la santificazione faceva pure i Miracoli.<br />
Padreterno – Era un prete? Un monaco? Un missionario?<br />
San Pietro – No, vostra Incommensurabilità, era un Re.<br />
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Padreterno – Va bene che ho tanto da fare, visto che tu non mi sei di grande aiuto, e non posso ricordarmi tutto. Ma io una dinastia reale di Berlusconi non me la ricordo. E stai sicuro che con un nome buffo come quello me la ricorderei.<br />
San Pietro – Vostra Lungimiranza, in realtà Re lo è diventato solo nel 2015, prima suonava il piano sulle navi da crociera, poi è diventato un palazzinaro, poi Padrone e Signore supremo della Televisione, poi Presidente del Consiglio, dopo Presidente della Repubblica è infine Re.<br />
Adesso regna suo figlio Piersilvio.<br />
Padreterno – Caspita, doveva essere in gamba, per avere così tante promozioni. E che miracoli faceva?<br />
San Pietro – Secondo la commissione del Vaticano, di cui le parlavo prima, presieduta dal Cardinale Bondi, miracoli ne faceva tanti. Riusciva a fare avere delle visioni alla maggioranza del popolo italiano, facendo apparire rosa tutto quello che era grigio o addirittura nero…<br />
Padreterno – Cambiare i colori… questa ancora non la sapevo… ci debbo provare pure io…<br />
San Pietro – E non solo questo, Vostra Infallibilità. Era riuscito a creare un nuovo tipo di leggi, le leggi ad personam e nello stesso tempo a convincere tutti che lo faceva nell’interesse della sua Nazione. <br />
A creare era molto bravo, i comuni mortali prima di citare una statistica devono fare un sondaggio. Lui le sue statistiche le creava saltando il sondaggio, pensi che risparmio di soldi, visto che ogni giorno ne creava una nuova. <br />
Ma il suo più grande miracolo lo esercitò su un suo alleato, un certo Gianfranco Fini, un ex fascista.<br />
Padreterno – Lo ha guarito da qualche malattia mortale?<br />
San Pietro – No, questo tipo di miracoli non li faceva, anche se sembra che si esercitasse molto sulla imposizione delle mani, ma solo con le giovani fanciulle e solo se indossavano, almeno quando si presentavano a lui, un tubino nero.<br />
No, a Fini, ha fatto un miracolo autentico. Lo ha fatto diventare comunista e leader dell’opposizione, prima che venisse decapitato per lesa Maestà. Padreterno – Pietro, noi stiamo qua a parlare, mentre io dovrei occuparmi dello scisma avvenuto sul quarto pianeta di Sirio, ma non ho ancora capito quale è il problema. Che differenza vuoi che faccia sulla terra un San Silvioberlusconi in più?<br />
San Pietro – Il fatto è, Vostra Onniscienza, che qua in Paradiso Silvio Berlusconi non c’è.<br />
Padreterno – Come non c’è?<br />
San Pietro – E’ all’Inferno. Ed è stato un impresa portarcelo. Si era imboscato in Purgatorio e non voleva presentarsi davanti alla Commissione che decide la destinazione delle anime. Diceva che lui era stato eletto e non poteva essere giudicato. Ha tirato avanti per anni cercando mille scuse e ha dato del comunista a San Tommaso D’Aquino e Santa Rita da Cascia, che fanno parte della Commissione.<br />
Padreterno – E’ in quale girone dell’inferno è?<br />
San Pietro – In realtà lo spostiamo spesso, i suoi peccati sono di natura diversa e quando sta troppo in un girone cerca di fondare un partito.<br />
Padreterno – In verità ti dico, Pietro, che stavolta hai ragione. Siamo in grosso guaio. Se lo vengono a sapere i giornali che il Vaticano fa santi quelli che sono all’Inferno… Ma i giudizi della Commissione per la destinazione delle anime sono inappellabili.<br />
Come facciamo?<br />
San Pietro – Vostra Grandezza, io ci ho pensato e non sono riuscito a trovare una soluzione. Allora ho pensato che sarebbe meglio affidarci a un esperto.<br />
Padreterno – Quale esperto? Un santo Gesuita?<br />
San Pietro – Mi spiace, vostra Imperscrutabilità, non penso che un santo Gesuita basterebbe. L’unica soluzione è convocare qua in Paradiso San Silvio Berlusconi e pregarlo di trovare una soluzione. Quando si tratta di trovare una soluzione per se stesso, nessun Santo Gesuita lo batte.<br />
Padreterno – Mi pare un po’ azzardata come soluzione. E se poi una volta qua non riusciamo a contenerlo? <br />
Io al mio posto di lavoro ci tengo.<br />
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Pubblicato su <a href="http://www.lettermagazine.it/?p=7032">http://www.lettermagazine.it/?p=7032 </a>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-64270052368146841982010-06-14T05:25:00.000-07:002010-07-16T02:52:41.591-07:00L' Italia e la menzogna<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0QkQkMFmwgDVbBeLtMEkfSHdatElLiBNBjV818dVxoAa3nJ05RZNe5ZzC9psL9ezTHDFTPIfbsq68RPYM4okgLvsYo19Xs_z5e6Ct2HPL5_Af2BX6Ow_xdgsVSa9c5eBbjMP_v_ewJBI/s1600/pinocchio.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0QkQkMFmwgDVbBeLtMEkfSHdatElLiBNBjV818dVxoAa3nJ05RZNe5ZzC9psL9ezTHDFTPIfbsq68RPYM4okgLvsYo19Xs_z5e6Ct2HPL5_Af2BX6Ow_xdgsVSa9c5eBbjMP_v_ewJBI/s320/pinocchio.JPG" /></a></div>Credo che tutti ricordino il caso del presidente americano Bill Clinton e Monica Levinsky. <br />
Il presidente Clinton sfiorò l’impeachment non per avere fatto sesso orale con la giovane stagista, ma per essere stato reticente nelle sue prime deposizioni su quello che era successo nello studio ovale.<br />
Agli occhi dell’opinione pubblica americana la menzogna su un proprio comportamento, per un uomo che riveste una carica pubblica, è spesso più grave del comportamento stesso.<br />
Lo stesso avviene per i paesi di lunga tradizione democratica.<br />
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Sicuramente non si può dire lo stesso per la nostra Italia. E non so se ciò avvenga per la natura stessa della popolazione.<br />
Se qualcuno su questa natura magari tra 50 anni volesse fare uno studio avrebbe senz’altro delle gravi difficoltà.<br />
Circa 20 anni fa, ai tempi di Tangentopoli all’incirca, c’era una diffusa e maggioritaria riprovazione per quelli che avevano rubato. Craxi, lo stesso Craxi morto latitante a cui ora tutti vogliono intitolare strade e piazze, veniva bersagliato all’uscita dell’hotel dove abitava da monetine. I balconi di Palermo esponevano i lenzuoli bianchi per testimoniare il dolore per la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e la volontà di continuare le loro battaglie. I comportamenti razzisti non avevano nessuno spazio e le aggressioni agli omosessuali erano impensabili.<br />
Venti anni possono sembrare un periodo di tempo ragguardevole se considerati in rapporto alle nostre vite, ma sono solo un attimo nella storia.<br />
E allora? È possibile che il popolo italiano sia tanto cambiato in solo vent’anni? Oppure quello che siamo adesso è sempre stato presente nella nostra natura, solo che prima ci vergognavamo dei nostri difetti e li nascondevamo, mentre adesso ci siamo adeguati a quello che sta succedendo in Italia e tranquillamente li ostentiamo.<br />
Siamo un popolo razzista? Siamo un popolo omofobo? Siamo dalla parte di quelli che rubano forse perché vorremmo rubare anche noi se ne avessimo l’occasione?<br />
Io non lo so. Ma il solo fatto che queste domande debbano essere legittimamente poste ci basta a far capire il baratro in cui ci troviamo.<br />
E non so nemmeno se siamo un popolo di bugiardi, ma quantità di bugie che passano impunite farebbe supporre di sì. Se tolleriamo le bugie degli altri vuol dire che per noi la menzogna non è più una colpa.<br />
E magari ci ridiamo pure sopra. E sì, chiaramente io sono una persona distratta, compro una casa grande con vista sul Colosseo a un prezzo che basta si e no a pagare una camera da letto, un bagno e un cucinino in una zona come quella e non mi accorgo che qualcuno mi ha regalato le altre stanze da letto, il salone e gli altri bagni di quella stessa casa.<br />
Il luogo dove le menzogne prosperano è naturalmente la televisione, con le trasmissioni che ospitano i politici. Là le menzogne sono soavemente regalate al pubblico oppure molto più spesso urlate mentre l’avversario tenta di parlare. Dati statistici improbabili o magari inventati lì per lì, sembrano una cosa seria al pubblico che queste trasmissioni vede.<br />
L’hanno detto in televisione……<br />
Parliamoci chiaro, Minzolini appare al TG1 e dice che il pubblico del TG1 è aumentato e non diminuito da quando c’è lui. Che poi il suo share, su dati documentati, sia al 27.99 quando era al 31.27 col suo predecessore Gianni Riotta e al 36.69 nel periodo dal 1996 al 1998 quando era affidati a Marcello Sorgi non ha nessuna importanza.<br />
Questi dati naturalmente Minzolini li sa, ma non ha nessun problema a ignorarli.<br />
Magari il giorno dopo i dati e le affermazioni non veritiere, che passano sugli schermi televisivi, non spesso, direi una volta su tre, vengono smascherati su i giornali indipendenti. Ma i giornali indipendenti chi li legge, signora mia? Anzi per essere precisi chi legge i giornali?<br />
Complessivamente, tutti i quotidiani hanno venduto una media giornaliera di 5.291.000 di copie nel 2008. Nel 1995 le copie vendute erano quasi 6 milioni (dati Fieg-2008). In Italia si vende 1 copia di quotidiano ogni 91 abitanti (109 al nord, 105 al centro, 59 al sud)<br />
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L’Italia è al tredicesimo posto fra i quindici principali Paesi europei per numero di lettori dei giornali quotidiani, subito prima di Portogallo e Grecia (fonte: “World Associations of Newspaper”).<br />
Avete capito bene. Al tredicesimo posto tra 15 nazioni. Roba da retrocessione.<br />
Quindi mentre in televisione le bugie hanno un pubblico le precisazioni del giorno dopo arrivavano, a voler essere ottimisti, a un italiano su cento.<br />
Quando una menzogna o una imprecisione compare su un giornale c’è la lontana possibilità che il giorno dopo, il giornale con breve trafiletto, molto meno appariscente dell’articolo fraudolento o impreciso, venga costretto a smentire se stesso.<br />
Ma avete mai visto un conduttore cominciare la sua trasmissione dicendo: “Ci scusiamo con in nostro pubblico, ma l’onorevole Tal dei Tali ieri in questa stessa trasmissione, parlando del problema Pinco Pallino, ha detto delle emerite cazzate,”?<br />
E a volte non c’è neanche bisogno di mentire, basta che fai in modo che non ti sia fatta la domanda o se ti viene fatta non dai la risposta.<br />
Due esempi per tutti: “Cari onorevoli della sinistra come mai quando siete stati al governo vi siete distrattamente dimenticati di fare una legge sul conflitto di interessi?”<br />
Oppure:”Onorevole Berlusconi, visto che ormai di lei sappiamo tante cose visto che ha difeso troppo distrattamente la sua privacy… per esempio che alla sua non più giovane età va a letto con delle belle e giovani donne… sapesse come è invidiato per questo… perché non ci dice finalmente con quali soldi ha iniziato la sua attività di costruttore? Per favore ce lo dica. E guardi che io, sinceramente, non credo proprio che i soldi per cominciare glieli abbia dato la mafia.”<br />
Visto che vi ho sommerso di dati e di statistiche (non me li sarò inventati?) mi piacerebbe darvi un dato statistico sulle menzogne. Ma purtroppo proprio questi dati io ce li ho.<br />
Però una cosa ve la posso dire. Presto le menzogne diminuiranno. Passerà la legge bavaglio e i nostri politici non saranno costretti a mentire in televisione dal momento che le loro malefatte saranno occultate o verranno fuori con molto ritardo.<br />
“Onorevole Tal dei Tali come si giustifica per aver rubato otto milioni di euro 22 anni fa, come abbiamo saputo ieri?”<br />
L’onorevole Tal dei Tali non si giustifica. E’ morto cinque anni prima.<br />
Sì, il vero scopo della legge bavaglio è di diminuire il numero delle bugie dette in Italia.<br />
Scopo lodevole, la bugia in teoria secondo la chiese dovrebbe essere peccato.<br />
Che bello, la civiltà avanza.<br />
<br />
Pubblicato su LetterMagazine:<a href="http://www.lettermagazine.it/?p=6855"> http://www.lettermagazine.it/?p=6855 </a>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-48834066051592244832010-06-14T05:23:00.000-07:002010-07-16T02:51:32.346-07:00La morte della scuola<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtUdj6o8ZVqT0bxLOsWEAp0fmbKUCE6Fpm0aSsB56OjEVdyH7JBAqavLgoUokIe7Bls3nbEWyvDHRMmSOu8066bOoODI35qKM1Hi8MxIUgNel-RyLb5a5cNQLRAjcosoPY4_4zKxCUv0Q/s1600/altan-scuola-446x580.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtUdj6o8ZVqT0bxLOsWEAp0fmbKUCE6Fpm0aSsB56OjEVdyH7JBAqavLgoUokIe7Bls3nbEWyvDHRMmSOu8066bOoODI35qKM1Hi8MxIUgNel-RyLb5a5cNQLRAjcosoPY4_4zKxCUv0Q/s320/altan-scuola-446x580.jpg" /></a></div>Il nostro premier quando qualcosa va male, in un modo troppo evidente, da la colpa ai governi della sinistra, negando, magari anche a se stesso, che al governo negli ultimi anni ci è stato quasi sempre lui. E così se tanti soldi vanno a finire alla Roma di Alemanno facendo storcere il muso ai leghisti, la colpa è di Rutelli e Veltroni che, secondo lui, hanno speso tanto dissennatamente.<br />
<a name='more'></a><br />
Così se un giorno per caso si accorgerà finalmente che la scuola italiana è morta, magari la colpa sarà del breve e, ahimè troppo flebile, governo Prodi.<br />
<br />
Ma stavolta, anche se Prodi non c’entra per niente, il nostro premier non può essere ritenuto il solo responsabile di questo omicidio, ma solo l’ultimo congiurato che ha dato il colpo di pugnale decisivo sul corpo di Cesare. Perdonatemi questa citazione: fino a 50 anni fa facevo il liceo classico….<br />
<br />
Se io oggi chiedessi a chiunque cosa è indispensabile a un uomo per stare in piedi e camminare, certamente mi risponderebbe che è necessario che le gambe e i piedi siano in grado di sostenerlo. E se chiedessi ad un ingegnere che cosa è necessario perché una casa non crolli mi parlerebbe subito della necessità di buone fondamenta.<br />
<br />
I nostri civili vicini europei hanno sempre capito che da questa indiscutibile verità ne consegue che le fondamenta di una società civile sono le istituzioni scolastiche e che quindi vanno privilegiate.<br />
<br />
La vita dell’uomo ha nell’infanzia e nell’adolescenza il suo periodo decisivo, la qualità dell’istruzione e dell’educazione che riceve in quegli anni lo accompagneranno, nel bene e nel male, per il resto della sua vita.<br />
<br />
A riprova di quanto sto dicendo andate a guardare le risorse e la cura che, ad esempio, Francia e Germania hanno dedicato all’istruzione.<br />
<br />
E non solo in questi tempi di crisi, dove per fare un esempio la Germania ha ridotto le spese per l’esercito e per tante altre necessità ma ha ritenuto opportuno investire somme ulteriori nella scuola.<br />
<br />
Sì, INVESTIRE perché qualsiasi persona ragionevole capirebbe che è un investimento.<br />
<br />
Ma evidentemente di persone ragionevoli in Italia non ne esistono molte e anche 50 anni fa gli investimenti per la scuola erano in termini percentuali di gran lunga inferiori nel nostro paese rispetto a quelli dei paesi che ho citati.<br />
<br />
Gli stipendi dei docenti erano bassi e non erano certo in grado di attirare gli ingegni più brillanti. Il che non toglie che malgrado questo degli ingegni brillanti finissero comunque per entrare nella scuola italiana, io nella mia vita di alunno prima e professore poi ne ho conosciuti tanti. Certo c’erano anche quelli che era meglio che avessero scelto un altro lavoro, vista la loro incapacità o la loro pigrizia.<br />
<br />
Ed erano proprio questi ultimi, nonostante fossero una minoranza, che per nostra miope opinione pubblica giustificavano i bassi salari degli insegnanti. Gli insegnanti hanno tre mesi di vacanze… gli insegnanti leggono il giornale in classe invece di insegnare… gli insegnati lavorano poco… solo 18 o 20 ore alla settimana…<br />
<br />
Questa ultima affermazione guardando i carichi di lavoro delle altre nazioni era vera. Io personalmente dopo quattro ore di lezione fatte come le ore di lezione vanno fatte, dando tutto me stesso, avevo bisogno a volte di stare un ora al buio, steso sul letto, per recuperare le mie energie.<br />
<br />
Naturalmente le 18 o 20 ore di lezione settimanali erano per gli insegnanti migliori solo teoriche, c’era da preparare la lezione e da correggere accuratamente i compiti.<br />
<br />
E poi si spendeva poco per l’edilizia scolastica, molte scuole erano in cattive condizioni e c’erano pochi soldi per i materiali scolastici. Io che ci vivevo dentro lo vedevo, ma non avrei mai immaginato che ai nostri giorni le condizioni delle scuole dopo tanti anni sarebbero state ancora più disastrose e i mezzi per la didattica drasticamente ridotti.<br />
<br />
Qualche miglioramento degli stipendi arrivò anche se gli insegnanti avevano stipendi lontani dal potere d’acquisto di tanti loro colleghi europei.<br />
<br />
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Erano i tempi della DC al governo e molti insegnanti la votavano e quindi non andavano troppo scontentati.<br />
<br />
Fu aumentato anche il loro carico di lavoro, le ore di lezione rimasero le stesse ma per farli lavorare di più si inventarono una mole di documenti e di statistiche da compilare. Documenti e statistiche, nella maggiore parti dei casi perfettamente inutili e non letti mai da nessuno dei dirigenti e del personale del ministero a cui erano destinati. La verità era che non esistevano dirigenti e burocrati tanto coraggiosi da leggersi quelle scartoffie. I burocrati poi davano il loro meglio nelle circolari incomprensibili che pretendevano la compilazione di questi documenti allucinanti.<br />
<br />
Malgrado la stoltezza del popolo italiano e l’inefficienza dei governi, a quei tempi la scuola italiana era ancora viva, aveva delle punte di assoluta eccellenza nelle scuole materne e anche nelle elementari, e nelle superiori ancora adesso, se non consideriamo come metro di valutazione la matematica, come è di moda fare nelle statistiche, i nostri ragazzi riescono a tenere il passo dei loro coetanei.<br />
<br />
Queste eccellenze o, se vogliamo contentarci. anche il rientrare nella media europea, non erano merito dei governi che si sono succeduti negli anni… e che magari adesso rimpiangiamo perché si limitavano a cercare di fare il minor danno possibile… ma era tutto merito dei bravi insegnanti che ormai erano la maggioranza, quelli pigri avevano approfittato della pensione anticipata allora possibile. Negli anni 70 erano arrivate forze nuove e giovani, specialmente donne, tante donne preparate e convinte che i cambiamenti della società cominciassero dalla scuola.<br />
<br />
Se solo ci avessero consultati prima di decidere su ogni nuova riforma, se ci avessero dato la possibilità di contare su uno stipendio adeguato che ci lasciasse più tempo per pensare alla scuola e meno tempo a cercare una soluzione che ci permettesse di pagare l’affitto, mangiare, magari non troppo… così potevamo mantenere la linea… e comprare i libri che ci permettessero di crescere insieme ai nostri alunni…<br />
<br />
Sì, la scuola era ancora viva, ma si sentiva ogni giorno più male.<br />
<br />
Quando ho cominciato a insegnare i ragazzi erano diversi e diverso era il rispetto per gli insegnanti, Anche quando ci trovavamo davanti a una classe di 25 persone, ed era un caso limite, difficilmente erano tanti, era possibile svolgere una lezione che riuscisse utile per tutti i nostri 25 alunni.<br />
<br />
<br />
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Poi lo Stato cominciò ad avere bisogno di risparmiare. E dove si poteva risparmiare? Qualche corvetta o qualche carro armato in meno? Uno stipendio più basso per i manager di stato? Una riduzione dello stipendio dei nostri parlamentari, magari anche quelli regionali? Oppure, udite udite! una lotta più decisa all’evasione fiscale?<br />
<br />
Noooo! risparmiamo quattro lire aumentando il numero degli alunni in ogni classe, così evitiamo di assumere altri professori.<br />
<br />
Solo che nelle classi i 25 alunni di allora erano ormai cresciuti e ci trovavamo alle prese con i loro figli, non altrettanto tutti rispettosi degli insegnanti che ormai con le quattro lire che guadagnavano era stati smascherati per quello che erano veramente, davanti all’opinione di quasi tutta l’Italia, dove ormai solo i soldi davano il prestigio, cioè erano stati riconosciuti come dei miseri sfigati.<br />
<br />
Immaginatevi allora una lezione davanti a 35 alunni. Era una lotta per la sopravvivenza fino alla fine dell’ora per gli insegnanti e per quei pochi alunni che volevano imparare da loro.<br />
<br />
Certo non era sempre così, esistevano degli insegnanti di grande carisma e delle classi di alunni modello. Ma, parliamoci chiaramente, quante persone, non insegnanti persone, di grande carisma conoscete e da quanti gruppi di 35 ragazzi, riuniti insieme in una aula spesso piccola, potete aspettarvi un comportamento esemplare?<br />
<br />
No, il nostro premier non è il solo responsabile della morte della scuola, ma diciamocelo il colpo di grazia lo ha dato questo governo.<br />
<br />
La politica in questa storia c’entra. La DC, come ho detto prima, aveva interesse a non scontentare troppo gli insegnanti, che erano un suo serbatoio elettorale. Il PDL sa già di partenza che pochi insegnanti lo voteranno mai, perchè essere insegnanti vuol dire avere almeno un po’ di cultura e in questo paese nessuna persona che abbia un po’ di cultura può votare a destra, dal momento che a differenza degli altri paesi, Germania, Inghilterra e Francia per fare un esempio, non esiste una destra decente.<br />
<br />
Quindi chi se ne frega di quei comunisti degli insegnanti?<br />
<br />
Poi i buoni per le scuole private, per tenersi buono il Vaticano che qualche voto lo controlla ancora, nonostante si stia suicidando (purtroppo sarà un suicidio lungo), i buoni che sembrano una trovata di un film di Mel Brooks, pigliamo i soldi dei poveri che pagano le tasse e li usiamo per darli ai ricchi per mandare i loro figli nelle scuole private. E poi a quali ricchi? Ai ricchi-poveri! Cioè a quelli che sono abbastanza ricchi da mandare i loro figli nelle scuole private, ma che denunziano un inverosimile reddito basso.<br />
<br />
E, infine, signora mia, la Gelmini!!!!!!!!!!!<br />
<br />
Io non voglio credere che alla povera Gelmini abbiano detto esplicitamente: “Distruggi quel poco che resta della scuola pubblica.” Come invece sospetto sia stato detto ai dirigenti Mediaset messi a lavorare in RAI.<br />
<br />
Ma sicuramente le è stato detto: “Non opporti mai ai tagli che abbiamo intenzione di fare. E magari ogni tanto per fare vedere che esisti, inventati qualche idea, questo basterà per dare alla scuola il colpo di grazia.”<br />
<br />
Povero Cesare e povera la scuola italiana.<br />
<br />
Riposate in pace.<br />
<br />
Articolo pubblicato su CentoMovimenti: <a href="http://www.centomovimenti.com/2010/giugno/11_gm.htm">http://www.centomovimenti.com/2010/giugno/11_gm.htm</a><br />
Articolo pubblicato da LetterMagazine: <a href="http://www.lettermagazine.it/?p=6695">http://www.lettermagazine.it/?p=6695 </a>Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-30470489406003666112010-06-14T05:20:00.000-07:002010-06-14T06:59:23.920-07:00Una corretta informazione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqkxK3F66odZ9b1beYKGiYUoApezTgGImMPHO8ADHIhTMcpoTeVMZpotMrai4BEPT96FGnUQKpPJuuZ4h0GRTiBCEY97OXvquK0OOlYimZeKNVOfqn-FkLDU53pvxSqWa3HfpP9eYOvbI/s1600/tg1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqkxK3F66odZ9b1beYKGiYUoApezTgGImMPHO8ADHIhTMcpoTeVMZpotMrai4BEPT96FGnUQKpPJuuZ4h0GRTiBCEY97OXvquK0OOlYimZeKNVOfqn-FkLDU53pvxSqWa3HfpP9eYOvbI/s320/tg1.jpg" /></a></div>“Il TG di Minzolini non mi dispiace. lo guardo se voglio una informazione corretta.”<br />
Lo ha detto una settimana fa nientepopodimenochè IL VICE MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO l’Incommensurabile PAOLO ROMANI.<br />
Da normale uomo di sinistra, la mia vita è sempre stata piena di dubbi e ancora adesso di dubbi ne ho tanti, specie quando leggo le dichiarazioni di alcuni esponenti della mia sinistra.<br />
Ma stavolta, a sentire che una Personalità Così Eminente aveva espresso un giudizio così netto, mi è venuto un dubbio più grosso del solito.<br />
Si sa che noi uomini di sinistra siamo tristi, disfattisti, prevenuti e faziosi (ed è già un bel progresso, fino a pochi anni fa mangiavamo i bambini).<br />
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Il dubbio era:<br />
“E se noi uomini di sinistra tristi, disfattisti, prevenuti e faziosi ci fossimo sbagliati a giudicare il TG di Minzolini? Se avesse ragione Paolo Romani e il TG1 di Minzolini non fosse sfacciatamente fazioso, incomparabilmente fatuo e superbamente culolecchista come ci è sempre sembrato?”<br />
Allora mi son ricordato di quando da bambino giocavo ai pirati e sognavo di diventare coraggioso da grande. <br />
E ho fatto la prima cosa coraggiosa della mia vita. Ma, essendo per natura fifone e non abituato ad avere coraggio, ho esagerato, ho fatto una cosa troppo coraggiosa.<br />
Mi sono procurato tutte le registrazioni del TG1 da quando lo dirige Minzolini e mi sono chiuso in casa a vederle. <br />
Adesso dopo sette giorni passati a vedere il TG1 sono in grado di dire che Romani aveva ragione. Ho trovato ben 10 servizi in cui si può rintracciare una informazione corretta e adesso, prima di suicidarmi… naturalmente non è possibile vedere il TG1 di Minzolini per una intera settimana e sopravvivere… sono in grado di fare un elenco di questi servizi.<br />
<br />
1.Il dialetto Lappone corre gravi rischi.<br />
2.Cosa fanno i cercopitechi dello zoo di Oporto mentre i guardiani fanno la siesta.<br />
3.Quest’anno a luglio fa caldo in Italia.<br />
4.Quest’anno a dicembre fa freddo in Italia.<br />
5.Scoperto un nuovo colore di ombretto. Lo scopritore lo ha battezzato Arcore.<br />
6.Le ascelle di Di Pietro a volte puzzano.<br />
7.La dieta della massaggiatrice di Madonna.<br />
8.Il grande successo della sagra paesano di Cacadilmola di sotto.<br />
9. Che colore debbono avere le pillole per essere prese allegramente.<br />
<br />
Adesso posso morire tranquillamente, vado a prendermi le mie pillole di veleno color Arcore.<br />
<br />
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P.S. Si, lo so, le notizie dovevano essere 10, ma poi mi sono accorto che il servizio sulla corsa dei sacchi di Giarrizzitana in Valle in cui è arrivato solo terzo il cugino della cognata del fratello della fisioterapista di Bondi criticava le decisioni della giuria della corsa definendola catto-comunista e radical-chic.Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1511326121386487499.post-34550572533752283432010-06-14T05:12:00.000-07:002010-06-14T07:32:12.762-07:00Telekom Serbia: e se fosse un giallo?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI_pgOHyqBLx7GFTmTDs83bL3dzQv1oUWhM1Zy9cYHgj4TQAiRnJ_y-H4W5tXW3-IbwHtGbu5JjyvJE4fSWGfplbtib8IP3qMnZnWoCae09wk777nBH3Ey-c_xzaHlUAViuCBL0AbiBNw/s1600/telekom-serbia.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI_pgOHyqBLx7GFTmTDs83bL3dzQv1oUWhM1Zy9cYHgj4TQAiRnJ_y-H4W5tXW3-IbwHtGbu5JjyvJE4fSWGfplbtib8IP3qMnZnWoCae09wk777nBH3Ey-c_xzaHlUAViuCBL0AbiBNw/s320/telekom-serbia.jpg" /></a></div><i>(Scritto il 10 Settembre 2003) </i><br />
Sul caso Telecom-Serbia molto si è detto, molto si è scritto e moltissimo si è urlato.<br />
Le nostre speranze di sapere la verità sul caso sono riposte tutte nella magistratura, ma i tempi saranno necessariamente lunghi.<br />
La commissione parlamentare d’inchiesta non da nessun affidamento ed è chiaro, visti alcuni dei suoi membri rappresentanti della maggioranza, che è stata creata solo per regolare certi conti nei confronti dell’opposizione.<br />
Lo stesso suo presidente lodato come imparziale al momento della nomina da certe anime candide, rilascia interviste chiaramente di parte.<br />
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</script></div><br />
In attesa di una lontana e sperata verità, di questa storia e di alcuni suoi personaggi ho deciso di controllare la plausibilità e di avanzare delle ipotesi.<br />
Cioè ho deciso di affrontarla come se fosse un libro giallo da leggere o da scrivere, un libro giallo non ancora finito..<br />
Per fare questo ho deciso di avvalermi della mia esperienza sia di scrittore, ho pubblicato due gialli con la Sellerio (uno nel 1999 “Il segnale”, l’altro nel 2001 “L’esilio”, queste sono le mie referenze nel caso interessasse a qualcuno), sia di lettore appassionato del genere.<br />
Cominciamo dai fatti accertati.<br />
Uno stato europeo, l’Italia, decide come altri stati europei di investire in una nazione che è appena uscita da una guerra, la Serbia.<br />
Non è che da questi investimenti gli stati che hanno deciso di impiegare delle loro risorse si aspettino grandi guadagni.<br />
La decisione è soprattutto politica.<br />
Si vuole aiutare la Serbia dopo il conflitto sperando di renderla così una nazione più rispettabile attraverso i legami economici, nonostante sia comandata da un poco rispettabile dittatore.<br />
L’affare si concretizza sotto un governo di centro sinistra.<br />
L’azienda telefonica di stato, la Telecom Italia, compra per oltre 800 miliardi una partecipazione minoritaria nella Telecom-Serbia.<br />
La quota verrà rivenduta pochi anni dopo per poco più di 300 miliardi.<br />
Fin qui i fatti sicuri.<br />
<br />
Naturalmente quello che colpisce subito è la differenza tra la cifra pagata per comprare e la cifra successivamente incassata rivendendo.<br />
Ma c’è qualcosa che in parte giustifica la differenza.<br />
Sono mutate le condizioni politiche, tra le due date ci sono in mezzo gli avvenimenti del Kossovo.<br />
La Serbia è tornata ad essere nell’occhio del ciclone, si sono vanificate le speranze di uno sviluppo rapido della telefonia nel paese.<br />
Ma nonostante questo, a molti appare troppa la differenza tra le due cifre.<br />
Viene naturale di pensare che o abbiamo svenduto oppure abbiamo comprato ad una cifra troppo alta.<br />
Altre nazioni hanno acquisito partecipazioni nel nostro stesso momento, ma nessuna è rimasta bruciata come noi.<br />
Prima ipotesi: ci hanno fregato, ci hanno chiesto una cifra superiore al valore di quello che stavamo comprando e noi, o per meglio dire i vertici della Telecom Italia di quel tempo abbiamo comprato alla cifra richiesta, facendo un cattivo uso, sia pure in buona fede, del denaro pubblico.<br />
Non è la prima volta, le aziende a partecipazione statale hanno fatto spesso dei cattivi affari.<br />
Gli ultimi colpi di genio in questo ambito risalgono ad Enrico Mattei, che le fregature le dava agli altri.<br />
Seconda ipotesi: la cifra che abbiamo pagato era una cifra accettabile, ma siamo stati sfortunati. <br />
L’affare poteva anche andare bene invece è andato male per la mutata situazione internazionale.<br />
Terza ipotesi: abbiamo pagato un prezzo esagerato, ed in cambio di questo qualcuno ha ricavato delle tangenti.<br />
Dirò poi qual è, secondo me, l’ipotesi più probabile.<br />
<br />
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Ma il governo non doveva esercitare un controllo sulla Telecom Italia?<br />
Oggi tutti quelli chiamati in causa dicono che questo controllo non era di loro pertinenza.<br />
Anche su questo torneremo.<br />
La quota minoritaria della Telecom Serbia è stata comprata, la quota minoritaria della Telecom Serbia è stata rivenduta.<br />
Tutto sembra finito, non se parla più.<br />
Fino a quando questa storia non viene tirata fuori da un importante giornale molto vicino al centrosinistra.<br />
Perché se è una storia scomoda per il centrosinistra?<br />
Perché questo è il vero giornalismo, cercare la verità senza curarsi di chi favorisce e di chi danneggia. Anche se in Italia, purtroppo non è quasi mai così.<br />
Ve lo immaginate un giornale vicino, e ce ne sono tanti, all’attuale maggioranza governativa tirare fuori una storia come questa che veda coinvolta il centro destra.<br />
No, io non riesco proprio ad immaginarmeli i giornalisti del cavaliere intenti a cercare la verità, anche se sfavorevole al loro padrone.<br />
E allora non chiamiamoli giornalisti, chiamiamoli servitori.<br />
Non è un’offesa, è semplicemente prendere atto delle cose così come sono.<br />
Al governo attuale non sembra vero, viene costituita una commissione parlamentare quella di cui abbiamo già parlato.<br />
La commissione vivacchia senza grandi clamori fino a quando non viene fuori un supertestimone che si dice al corrente di tangenti pagante ai maggiori esponenti del governo di quel tempo e di qualcuno che come Rutelli al governo non c’era proprio.<br />
Fa anche il nome di Mastella, che a quei tempi stava con il centro destra.<br />
I giornali vicini al governo ci fanno titoli in prima pagina un giorno sì e l’altro pure dando nei titoli come verità accertate le dichiarazioni del supertestimone.<br />
Tanto i loro lettori leggono solo quel giornale e, spesso, più in là dei titoli non vanno.<br />
Questo va bene anche per quelli che i giornali non li comprano, ma guardano i titoli passando vicino all’edicola.<br />
<br />
Chi è questo testimone?<br />
Un tizio con tanti conti in sospeso con la giustizia, che ha fregato un buon numero di persone.<br />
Gente che gli ha affidato i suoi soldi convinti di riaverli indietro moltiplicati, quindi gente in maggior parte ricattabile, perché noi poveri cristi onesti sappiamo bene che non esistono metodi legali per moltiplicare i nostri soldi, caso mai ne avessimo, in poco tempo.<br />
Un uomo, questo testimone, che per convincere le sue vittime doveva certo avere un certo fascino, una indubbia abilità, pur tenendo conto che le già citate vittime, per avidità o stupidità, erano già abbastanza inclini a farsi convincere.<br />
E così succede con la commissione parlamentare, con la maggioranza della commissione parlamentare.<br />
Li convince perché è loro interesse farsi convincere.<br />
Non importa che a volte le spari grosse, che a un certo momento dica che le tangenti pagate sono più degli ottocento miliardi pagati per l’acquisto, che parli di trasferimento all’estero di grossissime cifre in contanti per il pagamento delle quote di Telecom Serbia, quando è documentabile che il pagamento è stato effettuato naturalmente non per contanti attraverso degli istituti bancari di Atene.<br />
Non importa che dica una cosa incredibile come che Dini si sarebbe accontentato di una tangente inferiore a quella di Fassino, circa venticinque miliardi in meno.<br />
Scherzi a parte, anche se dicesse che il denaro è stato portato all’estero da asini volanti, l’onorevole Taormina ed i suoi colleghi gli crederebbero.<br />
Perché è loro interesse credergli oppure affermare di credergli.<br />
A questo punto una delle vittime non ci sta e dichiara che dietro il testimone c’è un burattinaio, il presidente del consiglio che, chiamato in causa annuncia querele.<br />
<br />
E allora questo giallo come finirà?<br />
Bene, la mia ipotesi è che questo giallo non merita di essere scritto o letto perché troppo banale. Naturalmente secondo la mia ipotesi.<br />
Il prezzo da pagare per la Telecom Serbia è stato in realtà un poco gonfiato e qualche tangente c’è stata.<br />
Il dittatore serbo fu udito dire a proposito: “Sempre mafiosi questi italiani!”.<br />
Ma secondo me non fu un grande ritocco, qualche decina di miliardi in più del prezzo che si poteva pagare, ed in cambio qualche miliardo è tornato in Italia. <br />
Questi soldi non sono andati ai politici ma a qualcuno di quelli che si sono interessati direttamente della vendita.<br />
Ed il controllo che i politici avrebbero potuto esercitare?<br />
Sì, forse qualcuno ha pensato che non fosse un suo compito, qualcuno non ha veramente saputo, ma alcuni sapevano e non si sono opposti.<br />
Lo hanno fatto perché la trattativa con la Serbia doveva andare in porto, e non per motivi di vantaggio economico, ma per quelle ragioni di politica estera a cui abbiamo accennato all’inizio.<br />
E il supertestimone allora? Il supertestimone sta facendo quello che ha sempre fatto finora nella sue vita: raccontare balle, sperando che questo lo aiuti nei suoi guai.<br />
E non essendo del tutto sprovveduto, racconta delle balle che suonano piacevoli alle orecchie di chi comanda.<br />
E il grande burattinaio? Il complotto? Mi dispiace, non c’è nessun complotto.<br />
Ci fosse stato, penso che il centro destra, pur con i suoi limiti, avrebbe trovato una storia ed un testimone più credibili.<br />
Anche loro lo sanno, esclusi quelli più cretini, che quelle che il testimone racconta sono solo balle.<br />
Ma anche le balle servono se c’è gente che legge solo i titoli dei giornali. Niente da fare, un giallo come questo io non ho nessuna voglia di leggerlo, ne tanto meno di scriverlo.<br />
Troppo banale, troppo squallido.Maverick5http://www.blogger.com/profile/14795077534124782574noreply@blogger.com0